C’è chi annienta la fauna ittica -come successo l’altro ieri sul Chiese – e c’è chi nei laghi e fiumi bresciani porta la vita. Sono 41 milioni e 500 mila le larve di coregone liberate nel Garda e nel Sebino (4milioni) dalla Provincia di Brescia. Le uova del pesce sono state raccolte raccolte sul Garda grazie alla preziosa collaborazione di 46 pescatori professionisti: dal 23 dicembre al 31 gennaio sono state conferite al centro Ittiogenico di Desenzano oltre 54 milioni di uova. Fecondate artificalmente sono state inserite nell’apposito incubatore fino alla loro schiusa. Il centro ittiogenico comprende vasche di mantenimento delle larve durante le fasi di riassorbimento del sacco vitellino e per l’allevamento di alcuni lotti di avannotti con alimentazione artificiale. L’incubazione è di due tipi: a bottiglia (per uova di coregone, luccio e ciprinidi) e a vassoio o a cestello per una circolazione laminare dell’acqua (carpione e salmerino). Il magico momento della «liberazione» degli avannotti nel Garda è iniziato il primo febbraio ed è proseguito sino ai giorni scorsi, facendo registrare una ventina di uscite, che hanno coinvolto tutti i comuni lacustri. Nel Garda sono state liberate 36 milioni di larve e 1,5 milioni di avannotti della misura di 3-4 centimetri. Quest’anno la «solidarietà» tra laghi ha portato a risultati davvero importanti: il 10 percento delle larve allevate nel centro ittiogenico gardesano sono state liberate nel Sebino. Il coregone infatti è una specie di notevole interesse per il lago d’Iseo, messa in pericolo dalle variazioni di livello (da pochi centimetri a oltre un metro) del lago stesso; variazioni che vanno a «scoprire» le uova deposte a riva, uccidendole. Tali variazioni negli anni hanon provocato livelli di mortalità compresi tra il 10 ed il 100%. Visto che quest’anno non è stato possibile effettuare la campagna ittiogenica sul coregone, per evitare la diminuzione del numero di pesce pregiato nel Sebino nei prossimi due anni, si è provveduto ad immettere 4milioni di uova provenienti dal centro ittiologico di Desenzano. Le analisi effettuate dal servizio veterinario dell’Asl e dall’Istituto Zooprofilattico ha rilevato l’assenza di agenti patogeni nelle larve gardesane e quindi l’immissione nell’Iseo si è rivelata «sanitariamente sicura». Per il successo dell’operazione l’assessore provinciale alla Caccia e Pesca Alessandro Sala ieri si è complimentato con tutti i suoi collaboratori, dai tecnici agli agenti della Polizia provinciale, fino agli esperti pescatori che hanno collaborato alla campagna ittiiogenica. Ma sono molte altre le novità in arrivo per i 34 mila pescatori dilettanti della nostra provincia e per i novanta professionisti, una quarantina pescano nell’Iseo. «E’ il primo anno nel quale entrano in vigore le nuove carte della classificazione idrica – ha spiegato Sala – e sono diverse le novità sia per i periodi di ferma sia per le nuove zone di pesca: penso, ad esempio, alle nuove zone di pesca a mosca come quella di Incudine, sull’Oglio. A giorni poi si aprirà la pesca alla trota Fario nelle valli bresciani dove nei giorni scorsi sono state liberati 86 quintali di pesce». L’opuscolo aggiornato di tutte le novità 2005 è ritirabile all’assessorato di via Milano o su internet all’indirizzo www.provincia.brescia.it/caccia-pesca.
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Gli esemplari allevati nell’incubatoio di Desenzano sono stati introdotti anche nelle acque dell’Iseo. Oltre 41 milioni di larve di coregone immesse nel Garda e Sebino su iniziativa della Provincia