Per quindici giorni hanno pulito e curato le tombe dei loro soldati morti in guerra, nel nome della pace e della riconciliazione. Oggi sono già a casa, in Germania, i ventidue ragazzi che con i loro otto accompagnatori, hanno partecipato dal 21 luglio a l’altro ieri) al campo di lavoro svolgendo un servizio di cura e manutenzione nel Cimitero tedesco che ospita oltre 20mila loro caduti.L’altra sera il sindaco Fiorenzo Lorenzini, tutta l’amministrazione, gli alpini, Giulio Rontini che segue il gemellaggio con Oberndorf e il parroco don Giorgio Scala li hanno salutati con una cerimonia che si è svolta prima davanti al monumento ai caduti italiano e poi nell’impressionante camposanto germanico. Qui, su una stele tra l’erica, accanto a una rosa rossa era stato posato un piccolo apparecchio di carta gialla, con alcune righe scritte a mano: «I ragazzi», ha spiegato Jochen Droste, della «Lega popolare tedesca per la cura dei cimiteri», che li ha seguiti e lavora al progetto, «sono impegnati a redigere anche biografie dei soldati. In questi giorni hanno posto l’attenzione su questo ragazzo. Era un pilota, volava per hobby e per passione». Si chiamava Walter Grigolet, era originario di Padaborn; aveva 21 anni quando morì, era il 30 settembre 1944. «In un momento in cui la guerra in Medio Oriente va mietendo tante vite, tra cui quelle di tantissimi bimbi, questa cerimonia acquista un valore speciale», ha detto don Giorgio Scala. «Ricordare» ha continuato il sindaco, «serve a capire gli errori del passato e a non ripeterli. Il lavoro di questi giovani tedeschi, fatto a distanza di sessant’anni dai tragici eventi della seconda guerra mondiale, dimostra che i giovani stanno lavorando veramente per la pace. E’un esempio anche per i nostri ragazzi e le nostre ragazze, che li hanno incontrati». Ciascuno di loro poi ha letto pensiero: «La pace non si può creare in un giorno, è come un fiore che ha bisogno di amore e attenzione, solo protetta e curata cresce bene». Oppure: «Siamo addolorati per le vittime di tutti i conflitti». E ancora: «Commemoriamo quelli che sono stati perseguitati e uccisi perché erano di un’altra nazionalità, perché appartenevano a una razza diversa o perché la loro vita era considerata inutile, a causa di una malattia o di una mutilazione». Droste ha chiuso così la cerimonia: «Il lavoro per la pace e per la riconciliazione sulle tombe è una idea per la quale ci impegniamo concretamente da anni. In tutto il mondo ci sono conflitti, ma sembra sia troppo difficile trovare soluzioni per un mondo pacifico. Il lavoro sulle tombe fa vedere ai giovani cosa causano le guerre; i cimiteri di guerra sono posti unici, dove la morte è visibile. In ognuno, accanto alle vittime, si troveranno anche innumerevoli carnefici, ma è importante chiarire che ogni commemorazione dei morti è dedicata alle vittime e non ai carnefici».
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Il sindaco li ha ringraziati in pubblico. Il gruppo di giovani tedeschi sottolinea il valore della pace