I restauri si collocano all’interno del progetto Langobardia fertilis che ha lo scopo di individuare, recuperare e valorizzare le testimonianze storiche, archeologiche, architettoniche e artistiche relative alla presenza dei Longobardi in area bresciana.
“Langobardia fertilis si è rivelato un progetto davvero proficuo, – ha affermato Silvia Razzi, Assessore al turismo e alla cultura della Provincia di Brescia nel corso della conferenza stampa di presentazione del progetto tenutasi a Palazzo Martinengo – non solo perché i restauri hanno permesso il recupero di un patrimonio di assoluto e indiscusso valore culturale, ma anche perché sono stati l’occasione per riscoprire la storia comune delle nostre terre. A questa storia ci siamo richiamati per costruire il progetto e avviare i restauri, e a questa storia dobbiamo mantenerci fedeli per immaginare il nostro futuro.”
Un messaggio di unità, dunque. E di valorizzazione di un patrimonio storico prezioso, che interessa tutto il cosiddetto “distretto dei Longobardi”, cioè l’area che comprende la pianura, il pedemonte e le zone meridionali delle valli bresciane. È proprio per tutelare quest’area nel suo insieme che il fondo Arcus ha stanziato un finanziamento di ben 300.000 euro, di cui 200 per la copertura e la valorizzazione degli scavi di San Pietro, e 100 per il consolidamento delle murature e il rifacimento della copertura della pieve di Bornato.
A questo proposito, il direttore generale di Arcus, Ettore Pietrabissa ha dichiarato: “Sono molto lieto che abbiamo potuto contribuire alla salvaguardia e valorizzazione di edifici storici che rappresentano un’importante testimonianza artistico-architettonica della presenza longobarda in quest’area. Tali testimonianze sono venute alla luce in occasione di molteplici interventi di opere pubbliche sul territorio, e con questo progetto Arcus ha potuto dare concretezza ad uno dei pilastri della sua missione: sostenere progetti riguardanti i beni culturali anche nella loro connessione con le infrastrutture”.
Soddisfatti anche Antonio Mossini, sindaco di Cazzago e presidente della Fondazione Antica Pieve di S. Bartolomeo, e Monsignor Evelino Dal Bon, parroco di Sirmione. Nel riconoscere l’importanza e il valore dei lavori svolti entrambi hanno evidenziato l’attaccamento della popolazione a questi monumenti.
“I restauri sono stati portati avanti grazie al desiderio di salvare il nostro patrimonio culturale, architettonico ed artistico.” dichiara Mossini, sottolineando l’importanza di continuare a investire nella riqualificazione dell’area.
D’accordo con lui anche Mons. Dal Bon, che aggiunge: “Ogni anno, questi luoghi attirano migliaia di visitatori da tutta Italia. Siamo certi che, restaurati, essi saranno ancora più di richiamo per i turisti della zona.”
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