venerdì, Novembre 22, 2024
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La medaglia coniata per D’Annunzio

Ritrovata la medaglia in ricordo di Buccari

Come da una miniera inesauribile, dal dedalo di stanze, archivi e magazzini del Vittoriale emerge di tanto in tanto una gemma preziosa. L’ultimo straordinario ritrovamento, una medaglia coniata dalla Isotta Fraschini, un pezzo unico al mondo, è frutto del certosino lavoro di ricerca avviato dal dott. Antonio Spada, ideatore del Museo dedicato al «D’annunzio soldato» inaugurato il 1° giugno nello Schifamondo, nonchè membro di fresca nomina (votata all’unanimità dal Consiglio d’amministrazione del Vittoriale) del Comitato scientifico della Fondazione dannunziana. Il dott. Spada, che è «conservatore a tempo indeterminato del Museo della guerra e di tutto quello che nel Vittoriale ha attinenza con essa», da mesi ormai dedica parte del suo tempo a perlustrare l’ingombra fastosità delle stanze della Prioria e i labirinti «archeologici» della cittadella monumentale gardonese. Esplora magazzini e cantine, accede a porte segrete, analizza le stanze che un tempo appartenevano alla servitù. «Al Vittoriale – dice il dott. Spada – sono stati fatti un’infinità di spostamenti. Si possono trovare cimeli ovunque, anche nei luoghi più impensati». I reperimenti, durante la fase di allestimento del Museo sono stati molteplici: bandiere in gran numero, diplomi, pergamene dipinte a mano, due stupende aquile bronzee in bassorilievo realizzate da Renato Brozzi, l’«animaliere» del Vittoriale, e ancora divise, vessilli e cimeli di ogni tipo che finalmente sono, com’era del resto nella volontà del Vate, patrimonio di tutti, esposti nel nuovo Museo permanente. In uno sgabuzzino, il dott. Spada ha persino trovato l’unica scultura al mondo realizzata dal futurista Marinetti, opera donata con dedica al poeta. Ora l’ennesima importante scoperta. Nei giorni scorsi, infatti, il lavoro di ricerca nelle inesauribili miniere culturali del Vittoriale ha fruttato un altro felice ritrovamento, avvenuto in questo caso nella «Stanza del Lebbroso». In questo locale di profondo misticismo è conservato un piccolo altarino di ebano nero, con 6 medaglioni incastonati e lo spazio vuoto lasciato da due medaglie mancanti. Due medaglie che il dott. Spada ha rinvenuto in una ciotolina di coccio nascosta dietro alcuni libri. Ma ciò che conta è che una di queste, d’oro massiccio, è un pezzo pregiatissimo della medaglistica italiana. Venne coniata per conto della ditta Isotta Fraschini che la distribuì, insieme ad un attestato, ai trenta marinai che con i loro Mas (i motoscafi anti-sommergibile cui l’Isotta Fraschini aveva fornito i motori) realizzarono l’impresa di Buccari, la famosa «beffa». Ne furono coniate una trentina in argento dorato e una in oro, appunto quella per il Comandante rinvenuta al Vittoriale. «Non solo è un pezzo unico – spiega il dott. Spada – ma è addirittura mitico poichè nessuno l’ha mai vista». Il diritto della medaglia (di 4,4 centimetri di diametro) riporta il disegno eseguito da Adolfo De Carolis su ordinazione del poeta, come risulta dalla lettera scritta all’artista nel marzo del 1918: «Il motto è Memento Audere Semper. Come è composto sulle iniziali che distinguono il corpo M.a.s. bisogna che nello scrivere le tre parole, tu distingua in qualche modo, le iniziali. Si potrebbe mettere nel disegno un pugno che solleva una corona di quercia fuori del flutto…». Sul retro della medaglia, sotto il motto «Intrepida fides», lo stemma della Isotta Fraschini adorno di fronde d’alloro, la scritta «Ai trenta di Buccari/10-11 febbraio 1918» e la dedica personale a D’Annunzio. La medaglia, ovviamente, è già in esposizione al pubblico al Museo della Guerra.

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