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Conto consuntivo 1999 e variazioni al bilancio duemila gli argomenti all’ordine del giorno del consiglio della Comunità montana del Baldo riunito nel municipio di Caprino.

Riunito il Consiglio

Conto consuntivo 1999 e variazioni al bilancio duemila gli argomenti all’ordine del giorno del consiglio della Comunità montana del Baldo riunito nel municipio di Caprino. «La Comunità, nella scorsa amministrazione, si è concentrata su alcuni temi specifii», ha spiegato il consigliere Luigi Castelletti nell’illustrare il consuntivo. «In particolare la valorizzazione dell’orto botanico di Novezzina e la sistemazione di Villa Nichesola, futura sede della Comunità. Lo stesso discorso vale per gli interventi programmati sulle malghe. C’è l’esigenza, infatti, di creare una rete di servizi per consentire la permanenza dell’allevamento in quota e di farlo coesistere con un turismo sempre più numeroso». In questa logica rientrano anche altre iniziative come la valorizzazione dei prodotti tipici e la creazione di una rete di acquedotti a cui attingono più comuni. «Lo scopo è stato quello di garantire una continuità negli interventi ma anche di mantenere aperte alcune questioni perché potessero essere approvate dal consiglio attuale». A dimostrazione di questo, secondo Castelletti, l’avanzo di amministrazione di 80 milioni. Una versione però che non ha totalmente convinto i consiglieri di minoranza. «Tolta l’indennità data agli allevatori, i costi di gestione dell’ente superano le entrate», ha dichiarato Ferdinando Sbizzera, Malcesine. «Occorre che l’ente pensi ad attività e servizi che presuppongono uno sviluppo diverso. Purtroppo gli strumenti che abbiamo sono limitati rispetto a problematiche complesse». «Il consuntivo è un atto di valutazione politica sulle scelte del quadriennio precedente, di quell’amministrazione facevo parte anch’io e non sconfesso il mio operato», ha detto Maria Teresa Girardi, sindaco di Caprino. «Ma l’attuale presidente, che allora era in minoranza, ha sempre dichiarato che era un ente fine a se stesso. Mi chiedo come intenda agire ora. Il problema fondamentale è che la nostra Comunità è lacerata: se non si rinsaldano i rapporti non è possibile fare niente». Cipriano Castellani, presidente della Comunità, ha giudicato «poco responsabile» l’atteggiamento delle minoranze perché rischierebbero di pregiudicare ulteriormente il funzionamento dell’ente. «Noi comunque siamo sempre stati disposti ad aprire il dialogo sugli argomenti più scottanti. Le spaccature, infatti, rischiano di creare un disagio, anche psicologico, che alla lunga pregiudica la possibilità di raggiungere qualunque obiettivo, mentre per noi è fondamentale il rilancio dell’ente per valorizzare le nostre zone».

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