Su proposta del sindaco Adalberto Mosaner, il Comune di Riva del Garda aderisce alla 12ª Giornata internazionale delle Città per la vita – Città contro la pena di morte, promossa dalla Comunità di Sant’Egidio (www.santegidio.org) per sabato 30 novembre. Sarà il Bastione veneziano, illuminato appositamente dal 28 al 30 novembre, il monumento a rappresentare il «logo vivente» della campagna. Inoltre, sul sito web del Comune (www.comune.rivadelgarda.tn.it) è possibile per chiunque lo voglia aderire all’appello per l’abolizione della pena di morte.
All’evento, che ricorda il 30 novembre di ogni anno la prima abolizione della pena di morte, quella del Gran Ducato di Toscana nel 1786, aderiscono oggi 1.600 città di tutto il mondo, tra cui 70 capitali nei cinque Continenti. Si tratta della più grande mobilitazione abolizionista a livello internazionale, il cui obiettivo è stabilire un dialogo con la società civile e coinvolgere gli amministratori locali, in modo da assicurare che l’abolizione della pena di morte e la rinuncia alla violenza siano una cifra identitaria delle città aderenti e dei loro cittadini. La speranza è che, progressivamente sempre di più, tante altre città si uniscano a una battaglia di vita, di progresso, di umanità.
Le città aderenti si dichiarano convinte che la pena di morte è la negazione del diritto alla vita riconosciuto universalmente; è una pena finale, crudele, disumana e degradante, non meno abominevole della tortura; è incapace di combattere la violenza, mentre legittima la violenza più completa: quella che recide la vita umana, a livello degli Stati e delle società; disumanizza il nostro mondo dando il primato alla rappresaglia ed alla vendetta, mentre elimina in radice gli elementi di clemenza, perdono e riabilitazione del sistema della giustizia; toglie quanto non si può restituire, la vita, in caso di errore umano.
L’appello, inoltre, invita tutti, anche quanti finora hanno sostenuto l’uso legittimo della pena capitale, a riflettere serenamente sulla necessità di una sospensione delle esecuzioni e di avviare il processo verso l’abolizione della pena capitale, secondo l’invito contenuto nel Primo Rapporto del Segretario Generale dell’ONU del 15 agosto 2008. Questo ricordando che oggi nel mondo più della metà degli stati non utilizzano la pena di morte, alcuni l’hanno abolita totalmente, mentre altri hanno deciso nei fatti di non metterla in pratica; che le Nazioni Unite riconoscono l’assenza di dati capaci di dimostrare che il suo uso sia un deterrente efficace contro i crimini più efferati; che da anni i reati gravi non hanno subito alcuna riduzione significativa, lì dove la pena di morte è stata reintrodotta; che esistono metodi alternativi di grande efficacia per proteggere la società anche da quanti abbiano commesso i crimini più orribili; che la logica crudele di “vita per vita” è avvertita come arcaica e inaccettabile in gran parte del nostro pianeta. Il sistema giudiziario praticamente ovunque cerca di superare questo modo inumano di trattare persone che hanno commesso crimini, anche i più gravi; infine, che nei Paesi democratici, il costo della pena di morte è più alto del costo della detenzione a vita.