lunedì, Dicembre 23, 2024
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Presentata la ricostruzione della zona. Splendido il plastico opera dell’olandese Rudi Van Der Werff

Rocca, l’area archeologica sarà il «cuore» del Parco

Il remoto splendore della Rocca di Manerba è tornato a rivivere in un plastico grazie alla pazienza e alla passione hobbistica di un olandese di stanza sul Garda: Rudi Van Der Werff, questo il suo nome, ha pazientemente ricostruito la Rocca dell’antichità basandosi sulle indicazioni fornite dal professor Giampietro Brogiolo, che da oltre trent’anni segue gli scavi archeologici sulla parte sommitale dell’area protetta. La splendida opera è stata presentata nella sala della biblioteca di Manerba nel corso di una serata che aveva come scopo principale quello di fare il punto sia sulle operazioni di scavo dei reperti archeologici, sia sui progetti del Comune per la valorizzazione di un’area di straordinario valore naturalistico, storico e ambientale. Sotto quest’ultimo punto di vista, il 2003 sarà un anno di grandi novità per la Rocca: la Regione ha riconosciuto all’area naturale, circa 900 mila metri quadrati, lo status di parco locale di interesse sovracomunale, cosa che consente al Comune di Manerba di avere accesso a una serie di finanziamenti comunitari per lo sviluppo, la valorizzazione e la tutela delle aree protette. E l’amministrazione manerbese non ha perso tempo, stilando in collaborazione con la Provincia di Brescia la richiesta di un contributo Frisl pari a circa 2 milioni di euro: soldi che servirebbero per gettare le basi di quel Parco della Rocca del quale da tempo si discute in paese. Il parco è una realtà indubbiamente complessa: la zona archeologica scavata negli ultimi 30 anni sotto la direzione di Brogiolo (docente di archeologia all’Università di Padova) e del professor Barfield dell’Università di Birmingham, non è che una parte di un’area naturale molto più vasta, frazionata in numerose proprietà private. Alcuni anni fa, la decisione di alcuni privati di recintare le proprie aree ha definitivamente aperto il dibattito sul futuro di un’area da sempre percepita come patrimoniodi tutti. Da qui l’idea di creare un vero e proprio parco sull’esempio americano, del quale l’area archeologica recentemente riportata alla luce e organizzata in un percorso rappresenterebbe una delle principali attrazioni. Il Comune pensa anche a uno spostamento dei reperti attualmente custoditi dal Museo nella casa recentemente acquisita e posta sulla salita che porta alla Rocca.

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