Il Comune di Salò si appresta ad abbandonare la fornitura Enel per acquistare sul libero mercato l’energia elettrica necessaria alle strutture e agli impianti comunali (illuminazione pubblica, scuole, municipio, piscine, ecc.). Anche la capitale gardesana si incammina dunque lungo la strada già imboccata da Lumezzane, primo Comune bresciano ad acquistare l’energia elettrica dal miglior offerente. Salò, ma anche i Comuni di Toscolano Maderno, Desenzano e Sirmione, hanno superato l’ostacolo che impediva loro di accedere al mercato, vale a dire il riconoscimento del requisito di “cliente idoneo”, figura prevista dalla normativa vigente. Il cliente idoneo è colui che consuma più di un milione di kwh l’anno da uno o più punti di prelievo (se intestati alla stessa ragione sociale). Salò ha avviato l’iter autorizzativo, procedendo alla richiesta della indispensabile qualifica di “cliente idoneo”, attraverso una nuova società consortile, la Benaco, varata di recente dal Consorzio Azienda Garda Uno del presidente Guido Maruelli, dalla Spa Aquadolce di Salò e dalla Brescia Energia. E nelle scorse settimane l’Autorità per l’energia ha concesso alla città gardesana il riconoscimento di cliente idoneo. «Ora – spiega l’assessore al Bilancio Nicola Scotti – possiamo acquistare l’energia necessaria al funzionamento degli impianti pubblici da chi pratica le tariffe migliori. Quindi assumeremo una delibera di Consiglio per affidare il servizio di fornitura alla società consortile Benaco e daremo la disdetta all’Enel. Il passaggio avrà luogo nelle prossime settimane, entro il mese di febbraio». L’Enel, proprietario della rete di distribuzione, continuerà ad essere retribuito per l’utilizzo della rete nella quale viene convogliata l’energia acquistata dalla Benaco, ma non più per la distribuzione. «In base ai primi calcoli – afferma Scotti – il vantaggio per le casse comunali potrebbe aggirarsi intorno al 10 per cento, su una bolletta che tra illuminazione pubblica, scuole, municipio ad altre strutture comunali oggi ammonta a circa 500 milioni di vecchie lire all’anno». Cinquanta milioni di risparmio, dunque. Cifra non irrilevante per le sempre più asfittiche casse degli enti locali. «Questa operazione – conclude l’assessore – va inquadrata in una politica di bilancio oculata, secondo il rigore che la legge Finanziaria ha imposto agli enti locali».
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Il Comune «cliente idoneo»: potrà così comprare energia dal miglior offerente. Si pensa a un risparmio annuo equivalente di 25mila euro