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Cerimonia domenica per la consegna del riconoscimento dedicato a Gasparo da Salò. Premi a Francesco Dolfo e ai coniugi Foff

Salodiani benemeriti

Verrà assegnato domenica 4 novembre, alle ore 17, nella sala consiliare del Palazzo comunale di Salò, il premio «Gasparo». Per il 2001 saranno premiati Francesco Dolfo (papà di Nino, apprezzato critico cinematografico di Bresciaoggi), Tullio Foffa e la moglie Maria Teresa Cruciani. «Nell’intento di proseguire una tradizione avviata da qualche anno, e per dare maggiore solennità alla manifestazione, abbiamo individuato quale giornata significativa la ricorrenza del patrono di Salò, San Carlo Borromeo», rimarca il sindaco Giampiero Cipani. Il nome di Dolfo, di origini friulane, è legato all’Istituto Sant’Orsola. Dopo aver lavorato come aiutante istitutore a Cremona, ebbe occasione di trasferirsi a Salò, al collegio civico. Al termine della guerra, però, tornò a casa, a Fiume Veneto, pochi chilometri da Pordenone. E là fu eletto sindaco. Nel gennaio ’46 l’Opera Pia Carità Laicale lo richiamò, affidandogli la gestione del civico di via Brunati. Il pensionato ospitava più di cento ragazzi. Lui trasformò le camerate in tante stanzette, migliorandone le condizioni. Nel ’55 acquisì il S. Orsola dalle suore, che erano giunte agli inizi del ’500 (e insegnavano solo alle femmine), proseguendo con le Medie e le Magistrali. Nel ’60-’70 il boom. Il centro studi accoglieva ben 600 allievi, compresi quanti frequentavano i corsi di recupero. Quasi duecento i convittori. Giungevano da varie regioni, persino dall’Emilia Romagna, dalla Toscana, dalle Marche. «Molti – ama ricordare il commendatore – mi scrivono ancora oggi. E, se possono, vengono a trovarmi. Ricordano sorridendo gli scapaccioni che mollavo. A fin di bene, s’intende». Col tempo furono aggiunti il Liceo scientifico, il Linguistico e i Programmatori. Negli anni ’90 l’inversione di tendenza e il graduale calo, sino al centinaio di iscritti del ’96, allorchè l’istituto chiuse. Il commendatore ha regalato alla Cooperativa cattolica, guidata dal parroco e con la sede in via S. Jago, il riconoscimento legale dei corsi di Ragioneria e Magistrali, tutte le attrezzature (laboratorio di informatica con personal computer, laboratori di chimica, fisica e lingue, lavagne, seggiole, banchi, cattedre) e anche un contributo di 50 milioni. Compiuti i 90, si è ritirato sul… colle, a monte della 45 bis. L’edificio del S. Orsola verrà trasformato in residence. I coniugi Foffa, invece, sono legati all’osservatorio meteorologico e alla stazione sismica. La mamma, Maria Teresa, subentrata nel ’51 al professor Carmine Vacatello (che aveva assunto la direzione nel ’38, dopo la morte di Pio Bettoni, il fondatore), ha insegnato a lungo all’Istituto tecnico «Battisti», raccogliendo con certosina pazienza i dati climatici, che il marito Tullio provvede a esporre ogni mattina nella bacheca sotto il municipio: temperatura, altezza dell’acqua del lago, umidità, ore di sole, millimetri di pioggia, ecc. I due hanno trasmesso la loro passione alle figlie. Il Sistema bibliotecario e la Comunità montana parco Alto Garda hanno pubblicato i dati fino al ’90. Poi più niente. Il premio consiste in una statuetta che riproduce il busto di Gasparo, l’inventore del violino. L’ultima volta l’ha ritirata un medico, Angelo Gasparotti. «In ospedale – disse tra gli applausi – ho conosciuto la sofferenza fisica e quella dello spirito. Poi, alla Casa di riposo, si è cercato di dare dignità e conforto a chi invecchia. Mi sento un avvocato permanente degli anziani, soprattutto di quelli che perdono il loro ruolo nella società e, talvolta, gli affetti familiari». Proprio un… Angelo.

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