mercoledì, Dicembre 18, 2024
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Cgil, Cisl e Uil si mobilitano in difesa dell’ospedale di Fasano. La chiusura? «Un’offesa alla sanità gardesana»

«Salviamo il S. Corona»

«L’ospedale di Fasano nel Comune di Gardone Riviera non deve chiudere». Deve essere piuttosto rafforzato con investimenti adeguati, visto che si trova in una zona in cui le strutture ospedaliere davvero non abbondano, e la difficile situazione viabilistica richiede ore, a chi abita in montagna, per scendere a fondo valle. Questa, in estrema sintesi, l’opinione del sindacato, espressa ieri nel corso di una conferenza stampa che si è svolta nella sede Cisl di via Zadei a Brescia. Erano presenti Gloria Baraldi e Giovanni Amarante della Fps-Cgil, Diego Zorzi (Fps-Cisl), Andrea Riccò e Pietro Boifava (Fpl-Uil); oltre ad Ignazio Varvaro (Rsu Spedali Civili). Andrea Riccò, il primo a prendere parola ha riassunto la situazione dicendo: «Ieri il direttore generale degli Spedali Civili si è incontrato con il sindacato e ci ha comunicato la decisione di chiudere l’ospedale Santa Corona di Fasano, entro e non oltre l’anno 2005. I motivi? A sentire le ragioni del direttore generale Lucio Mastromatteo – ha aggiunto Riccò – l’ospedale di Fasano deve chiudere per carenze strutturali e tecnologiche. Occorrerebbero oltre tre milioni e mezzo di euro per mettere in regola (e per rendere competitiva) la struttura, mentre esistono vincoli architettonici ambientali che ostacolano gli interventi». I posti letto sono 61 ma la chiusura sarebbe una autentica mazzata per il Garda. L’ospedale di Fasano è noto da tempo in Italia come esemplare struttura riabilitativa per malati di cuore. La struttura ha avuto anche il suo attimo di celebrità nazionale quando in uno dei suoi primi film Ermanno Olmi effettuò molte riprese all’interno del Santa Corona dove (nella vicenda filmica) era ricoverato uno dei protagonisti. Un uomo a pezzi che traeva giovamento evidente dalla bellezza del lago e dalla funzionalità del Santa Corona. Secondo il direttore generale Mastromatteo i 66 posti di lavoro dell’ospedale di Fasano non sarebbero in pericolo perchè tutti i dipendenti saranno trasferiti a Brescia o a Montichiari. E i pazienti? Saranno inseriti nell’ospedale Richiedei di Gussago. La «forte preoccupazione» e le perplessità espresse ieri dai sindacalisti facevano però riferimento soprattutto alla sorte dei 66 lavoratori occupati nella struttura di Fasano che dovrebbero sobbarcarsi gravi sacrifici per mantenere il posto di lavoro. «C’è chi abita a Tignale – è stato ricordato fra l’altro – trasferirsi a Brescia o Montichiari non sarebbe uno scherzo». Molto critici gli interventi di Gloria Baraldi che ha detto fra l’altro: «Sappiamo che nella zona del Garda i privati intendono investire nel settore riabilitativo, lo stesso settore che invece si vuole smantellare. La chiusura, in pratica, si trasformerebbe in una sottraz ione di servizi sanitari in una zona gravemente svantaggiata. L’ospedale di Roè Volciano? Se ne parla tanto, ma per ora si tratta di una possibilità, non di una realtà. Per anni è stata praticata la politica di far morire di inedia l’ospedale di Fasano. Ecco perchè ora sono necessari oltre 3 milioni e 500 mila euro per rimetterlo in sesto ed aggiornare la struttura al livello tecnologico attuale. Il direttore Mastromatteo fa notare che i clienti milanesi e delle altre province adesso pagano solo come quelli bresciani. Ma non è una giustificazione accettabile. Secondo noi – ha concluso Gloria Baraldi – occorre invece rilanciare nel modo migliore la struttura di Fasano e non ipotizzarne periodicamente la chiusura.

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