«Altare cercasi…». Più specificatamente quello che fino agli anni Settanta si trovava nella ex chiesa di campagna dedicata ai santi Fermo e Rustico. L’appello arriva da quanti si trovano impegnati nel restauro per riportare al culto un edificio da oltre 120 anni adibito ad usi profani e ultimamente rimasto in abbandono. Quindi chi è in possesso di notizie che possono risultare utili a rintracciare il manufatto può mettersi in contatto con l’associazione culturale Francesco Fontana, da tempo in prima linea, con il supporto dell’amministrazione comunale e il sostegno dei lacisiensi e di altri enti pubblici e privati, nel recupero dello storico complesso edilizio con annesso alla chiesa il romitorio. I lavori vengono portati avanti dall’impresa Aleandro De Carli sotto la direzione degli architetti Paolo Corradini e Giorgio Benoni e con la supervisione dell’architetto Maria Grazia Martelletto, responsabile per conto della Soprintendenza ai Beni ambientali e architettonici. Completato il rifacimento del tetto del romitorio, l’intervento ha interessato anche la copertura dei reperti trovati nel corso degli scavi mantenendo in luce, secondo le indicazioni della Soprintendenza, due dei ritrovamenti più importanti: la tomba longobarda e le murature medievali con un tronco di colonna romana. Dopo aver provveduto alla posa dell’impianto elettrico e a quella del riscaldamento a pavimento, ora si sta lavorando agli intonaci, alla pavimentazione della chiesa in cotto di tipo artigianale e ai serramenti in larice con vetri piombati. Si proseguirà poi con la pulizia dell’area esterna di pertinenza, per arrivare così a fine aprile ad ammirare qualche cosa di ben definito. «La spesa finora sostenuta si avvicina ai 220 milioni», fa presente Paolo Corradini, «ma ne servono almeno altri 200 per le opere esterne, a cominciare dalle sottomurature». L’associazione Francesco Fontana del resto non perde occasione per cercare di sensibilizzare quanti possono contribuire affinché si arrivi a completare il recupero dell’immobile e ad adibire il romitorio a centro culturale, con archivio fotografico e biblioteca specializzata in studi di storia locale. Una mano in questo senso è arrivata recentemente anche dalla Banca Popolare di Verona Banco San Geminiano e San Prospero, che ha appunto elargito cinque milioni per le spese necessarie all’esecuzione delle opere programmate dall’associazione Francesco Fontana. E tornando al problema dell’altare mancante, sicuramente recuperato da qualche amante dell’antichità visto che era stato dimenticato, c’è da sottolineare che un progetto per un eventuale nuovo manufatto in pietra è stato presentato da un giovane architetto, Sara Scalia; progetto valutato positivamente dagli esperti.