domenica, Dicembre 22, 2024
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Le reliquie risaliranno il lago sabato da Maderno a Campione

Sant’Ercolano in barca

Dopo 14 secoli le spoglie di Sant’Ercolano, patrono di Maderno e della Riviera, tornano a Campione. La traslazione delle reliquie del Santo, diciottesimo vescovo di Brescia, avrà luogo con un corteo di barche sabato 5. La processione salperà da Maderno, dove sono custoditi i resti di Ercolano che proprio a Maderno approdano, nella seconda metà del VI secolo. Le cronache raccontano che per risolvere l’aspra contesa scoppiata tra le comunità della Riviera, tutte bramose di custodire le spoglie del Santo, i reggenti pubblici deliberarono di affidare la decisione al volere supremo. Nel 1600 Bongioanni Grattarolo, nella celebre «Historia della Riviera di Salò», scrive: «Quando furono levate di Campione, contendendosi tra molte terre per haverle, furono messe in una barchetta, e lasciando che andassero dove Dio volesse condurre, e che presero terra a Maderno, dianzi alla piazza, a fronte della chiesa dove è ora una scaletta molto rispettata e havuta in devotione» (c’è ancora una lapide posta a ricordo dell’evento). La vicenda di Ercolano è ricostruita anche in un volumetto commissionato dal cardinale Carlo Borromeo, scritto in latino dal vicario Bartolomeo Vitali nel 1584 e tradotto in lingua italiana due secoli dopo. Secondo il Vitali «il clero con unanime sentimento elesse cinquecento cinquantadue imperando in Oriente Giustiniano». Sulle date c’è però qualche incertezza. In un parziale rifacimento della basilica di Sant’Andrea voluto proprio da Carlo Borromeo andarono probabilmente perduti gli indizi necessari per la datazione precisa della sepoltura del Santo e, dunque, delle tappe della sua esistenza. Certo è che dopo aver coperto la carica vescovile di Brescia, Ercolano si dedicò all’eremitaggio a Campione, dove morì (nel 576 secondo il Vitali) in odore di Santità. Documenti di varie epoche attribuiscono al Santo miracoli e prodigi che gli valsero la massima venerazione dei gardesani. Questa devozione trova conferma, oltre che nella contesa scoppiata per la sua sepoltura, anche nel documentato timore dei madernesi che altre parrocchie mirassero ad impadronirsi del corpo del Santo. Il Vitali racconta che i locali «per tenerselo più sicuro, lo assicurarono in una tribuna o cappelletta che fecero in mezzo alla chiesa alquanto sottoterra, mettendovi l’Arca fermata con chiavistelli di ferro per maggior difesa». Per i fedeli di Maderno il luogo dove approdò il corpo di Ercolano divenne quasi oggetto di culto: «Ivi l’acqua migliore e più salubre – continua il Vitali – si cavava per darla agli infermi. E di più che di quantunque spesse volte ivi siano caduti dei fanciulli nessuno è mai annegato, benché l’acqua vi fosse profondissima. Un devoto rispetto ancora fino ai nostri tempi si è portato a quel luogo, essendo tassate delle pene a chiunque ardisse imbrattare quell’acqua, o in altro modo profanarla». I resti del Santo faranno ritorno a Maderno l’11 agosto con una processione di barche con il vescovo mons. Giulio Sanguineti.

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