Il nome di Francesco Dolfo, di origini friulane, è strettamente legato all’Istituto Sant’Orsola. Dopo avere lavorato come istitutore a Cremona, ebbe occasione di trasferirsi a Salò. Nel gennaio del ’46 l’Opera Pia carità laicale gli affidò la gestione del Collegio civico di via Brunati. Il pensionato ospitava più di cento ragazzi. Lui trasformò le camerate in tante stanzette, migliorandone le condizioni. Nel ’55, poi, acquisì il Sant’Orsola dalle suore, che insegnavano solo alle ragazze, proseguendo con le Medie e le Magistrali. «Molti ex studenti – ama ricordare il commendatore – mi scrivono ancora oggi. E se possono vengono a trovarmi. Ricordano sorridendo gli scapaccioni che mollavo. A fin di bene, s’intende». Col tempo furono aggiunti il Liceo scientifico, il Linguistico e il corso per programmatori. Poi, con l’arrivo degli anni ’90 le cose iniziarono a cambiare, e nel ’96 si arrivò alla chiusura. Da allora il commendator Dolfo ha regalato alla Cooperativa cattolica, guidata dal parroco Francesco Andreis e con sede in via S. Jago, il riconoscimento legale dei corsi di Ragioneria e Magistrali, tutte le attrezzature (laboratorio di informatica con personal computer, laboratori di chimica, fisica e lingue, lavagne, sedie, banchi e cattedre), e un contributo di 50 milioni di vecchie lire. Compiuti i 90 anni si è insomma ritirato sul…colle, vale a dire nella sua casa a monte della 45 bis. L’anno scorso, in occasione della festività di San Carlo, il patrono di Salò (che ricorre il 4 novembre), il Comune gli ha consegnato il «Premio Gasparo» assieme a Tullio Foffa e alla moglie Maria Teresa Cruciani. Per il 2002 il riconoscimento (una statuetta che riproduce il busto di uno degli inventori del violino) andrà a suor Vincenza, all’anagrafe Assunta Corti, direttrice dell’istituto della Croce rossa italiana. La cerimonia ufficiale si svolgerà lunedì prossimo, alle ore 17, nella sala consiliare del palazzo municipale.
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Il collegio cambiò volto grazie a Francesco Dolfo