sabato, Dicembre 21, 2024
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Oggi per iniziativa del museo civico. Il reperto ritrovato l’estate scorsa risale all’Età del bronzo

Scoperte, convegno sull’ascia votiva

L’ascia conficcata nella roccia trovata l’anno scorso sul colle San Marco si è rivelata un reperto di valore, un oggetto rarissimo che sarà al centro di un convegno inedito in cui il Monte Baldo, trait d’union tra civiltà che in passato non si dividevano in provincia veronese e trentina, diventa protagonista. Il convegno si svolge oggi, dalle 9,30 alle 12,15, nella sala civica di via Pertini, e si intitola: «Il Baldo nell’antichità»: organizzal’istituzione biblioteca museo, in collaborazione con la Soprintendenza ai beni archeologici del Veneto – nucleo operativo di Verona, che ha coinvolto i colleghi di Bolzano e Trento. «Il museo civico di Caprino si propone come centro di ricerche nel territorio baldense e luogo di incontri tra studiosi del settore», spiega il presidente dell’Istituzione, Vasco Senatore Gondola. «Dovrebbe essere il primo appuntamento di un’iniziativa che vorremmo poi ripetere a scadenza biennale o triennale», continua il vicepresidente Franco Zeni. «La filosofia che guida il convegno è di ricordare che il Monte Baldo, metà trentino e per metà veronese, è una montagna unica, nell’antichità un ponte che univa la pianura, il lago di Garda e le zone montane», spiega il dottor Luciano Salzani, direttore del nucleo operativo di Verona che, alle 10, interverrà al convegno sul tema «La preistoria del Baldo». «È un’area archeologica poco conosciuta, dove sono stati fatti ritrovamenti anche l’anno scorso e a cui desideriamo dare massima risonanza. Noi ci concentreremo su un ritrovamento importante, l’ascia rinvenuta in località San Marco l’estate scorsa, donata al museo civico di Caprino, che è appena stata oggetto di analisi archeometallurgiche che ci hanno consentito di datarla».Tra gli interventi di oggi, Ivana Angelini dell’Università di Milano, che ha eseguito le analisi. «Come spiegherà la dottoressa Angelini, il tipo di metalli fa risalire l’oggetto alle fasi iniziali dell’antica età del bronzo, verso la fine del secondo millennio avanti Cristo. Simili asce non sono mai state trovate qui», sottolinea Salzani, «erano usate come strumenti di guerra o da lavoro. Questa invece è un’ offerta votiva che qualcuno lasciò intenzionalmente infilata in una fessura della roccia come dono alla divinità».Altri dettagli al convegno. Martina Benati e Giovanni Ridolfi, conservatori del museo civico, daranno gli ultimi ragguagli sullo scavo fatto a Castel di Pesina, che tra qualche mese potrebbe ricominciare. Il professor Umberto Tecchiati, direttore archeologo della Soprintendenza di Bolzano, affronterà il tema «Le manifestazioni di culto nella preistoria e nella protostoria del corso alpino dell’Adige». Carlo Franco presenterà la sua tesi di laurea: «Fontana de la Teja», scavi fatti negli anni Settanta in vetta al Monte Baldo dal professor Bernardino Bagolini (venuto poi a mancare) e dal ricercatore caprinese Domenico Nisi, ora residente a Rovereto, che furono i primi a individuare un accampamento di cacciatori stagionali del mesolitico. Franco Nicolis, Elisabetta Mottes e Nicola Degasperi, della Soprintendenza di Trento, illustreranno i rinvenimenti molto recenti fatti ad Ala, in provincia di Trento, denominati le corone.

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