«Autunno d’arte al Sesto Senso» propone in questo fine settimana a Desenzano, dopo le opere degli artisti Luca Dall’Olio e Franco Brescianini, le sculture di Giampietro Abeni, detto Gineba, in mostra fino a stasera nel notissimo locale. Dopo gli inizi legati alla pittura, affrontata con l’esuberante convinzione giovanile di poter comunicare tutto e subito, Gineba si è avvicinato alla scultura con una certa diffidenza, una sorta di timore reverenziale, che gli deriva dalla sua radice artigiano-contadina. Da principio i cavalli sono tra i suoi soggetti prediletti: utilizzando la tecnica a cera persa, che gli consente una modellazione digitata quasi febbrile del gesso, egli è stato capace di racchiudere nel bronzo tutto l’impeto vitale di questi animali. All’interno di una sperimentazione continua, Gineba scopre successivamente la pietra della sua terra, il Botticino: il celebre marmo estratto dalle colline ad est della città. Questo materiale, indubbiamente legato alle sue radici ancestrali, nel tempo gli ha insegnato a mettere a nudo e trasformare in valori essenziali le qualità delle sostanze usate. Da qualche tempo la sua ricerca artistica l’ha condotto invece a tentare l’estrazione di tutti i suoni possibili, insiti negli oggetti forgiati dalle sue mani. Si è così messo a costruire opere più leggere, figlie del desiderio di sprigionare questo implicito anelito musicale. Nascono così sculture che sono innanzitutto un concerto di colori. Le sue sculture musicali non vogliono invadere lo spazio, ma modularlo: i locali da ballo del Sesto Senso sembrano perciò essere la loro cornice naturale.
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Fino a stasera prosegue al «Sesto Senso» la mostra del maestro Gianpietro Abeni
Sculture musicali, ecco l’arte di «Gineba»
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