Iniezioni che si chiamano “penne”, cotone, bottiglie di disinfettante, strisciette per le analisi delle urine, “pungidita”, macchinette speciali dette riflettometri che calcolano i valori di glicemia nel sangue, schede di valutazione e un via vai generale da corsia ospedaliera, ma con vista lago e tra i tuffi in piscina. È davvero un’atmosfera speciale quella che si respira a un campo scuola ideato per insegnare ai bimbi diabetici come affrontare con serenità e professionalità la propria malattia. Un vero e proprio presidio medico si è trasferito per una settimana accanto alla Rocca, in mezzo agli olivi, in uno degli appartamentini dell’Hotel Poiano di Garda. Qui il professor Leonardo Pinelli, direttore del Servizio di diabetologia e nutrizione pediatrica dell’Ulss 20, ha infatti portato la sua intera équipe e selezionato 28 tra i suoi piccoli pazienti. Per sette giorni quattro medici, due infermieri, due studenti del corso di laurea in infermieristica dell’Università di Verona, una dietista e una psicologa si sono dedicati a tempo pieno a ragazzini e ragazzine affetti da diabete auto-immune o insulino-dipendente. «È una malattia che, per cause ancora non conosciute, porta alla distruzione delle cellule beta che hanno due funzioni importantissime: leggere la quantità di zucchero presente nel sangue e conseguentemente produrre insulina», spiega Pinelli. E prosegue: «Abbiamo portato con noi ragazzini dai sette ai 16 anni di età, a cui stiamo insegnando le tecniche di comportamento indispensabili per condurre una vita praticamente normale, nonostante la loro patologia. Quando avranno terminato questa settimana avranno imparato proprio a non avere più bisogno di campi scuola e ad essere in un certo senso più indipendenti, capaci di tenere sotto controllo la malattia». Il gruppetto ha fatto una vera vacanza, con tanto di trasferta a Gardaland, gita all’orto botanico di Novezzina e pic nic. A vedere questi ragazzetti all’opera si prova quasi soggezione. Come piccoli medici se ne vanno in giro per le stanze dell’appartamento loro riservato, eseguendo tutto il necessario per tenere sotto controllo la loro glicemia. Qualcuno è capace anche di governare un micro-infusore. «È il sofisticato apparecchio che permette di programmare le dosi di insulina in maniera costante nella giornata, riservato ai casi più difficili», spiega il professor Pinelli. Di fatto a Garda il tempo lo hanno sfruttato al massimo, con una naturalezza tale da non rendersene forse nemmeno conto. «Vediamo risultati buonissimi», commenta Pinelli, «in questo campo scuola, che è un vero e proprio presidio ospedaliero, i ragazzi hanno giocato a calcio, nuotato e camminato molto. Per tenere sotto controllo il diabete, l’attività fisica è importantissima e abbiamo anche prestato una cura particolare all’alimentazione, fondamentale per mantenere al meglio i valori di glicemia. Il bilancio di questa settimana è che, quando torneranno, questi giovani pazienti non avranno più bisogno di settimane così». E precisa: «Sin dalla prima esperienza nel 1976, abbiamo avuto esiti ottimi e possiamo dire che quanto stiamo facendo ci ha fatto ottenere risultati tra i migliori a livello internazionale in termini di complicanze a distanza, cioè per quanto riguarda la prevenzione di retinopatie, nefropatie e neuropatie, molto ridotte». Il bilancio dell’esperienza verrà presentato ufficialmente a settembre in un congresso internazionale a Cracovia.
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Salute, un campo scuola per insegnare ai piccoli a convivere con il diabete