lunedì, Dicembre 23, 2024
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Venerdì e sabato al teatro Vittoria si terrà la quarta assemblea dell’Ass.comi.conf., ospite il ministro agli Affari regionali Linda Lanzillotta

Si allarga il «fronte»dei Comuni di confine

Invasione di 446 sindaci di confine venerdì e sabato per la quarta assemblea dell’Associazione comuni confinanti (Ass.comi.conf.). Il sodalizio, avviato in Lombardia lo scorso anno da un manipolo di primi cittadini intenzionati a sollevare il disagio dei territori di confine con le regioni e le province autonome, si è allargato dal Piemonte al Veneto, arrivando a 446 comuni confinanti con Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia e con Svizzera e Austria.Dopo le assemblee di Pedavena, in cui l’associazione si costituì, Recoaro e Bagolino (Brescia) e dopo la clamorosa protesta dello scorso dicembre che portò 170 sindaci in piazza Duomo a Milano a consegnare le fasce di primi cittadini per inviarle al presidente della Repubblica, ci sono state delle novità e si è allargata la protesta ai comuni cosiddetti di seconda fascia, perché non direttamente confinanti, ma con gli stessi problemi degli altri. Ecco spiegati i 446 amministratori che saranno presenti a Bosco dove l’assemblea, su invito del presidente Marco Scalvini, sindaco di Bagolino e membro del Comitato regioni dell’Unione europea, sarà chiamata a decretare l’allargamento e la loro adesione all’associazione.La novità è anche un ordine del giorno presentato alla Camera e al Senato e approvato all’unanimità, per la distribuzione delle risorse del «Fondo per le zone di confine», anche ai comuni confinanti con Svizzera e Austria e a tutti i comuni di seconda fascia. «L’Ass.comi.conf. ha dimostrato che l’unione dei sindaci sui problemi veri è una carta vincente che può portare risultati concreti e un nuovo modo di far politica», sottolinea Scalvini.L’assemblea sarà chiamata ad esprimersi anche sul regolamento di attuazione della norma e sulle modalità di distribuzione delle risorse. Ad ascoltare le osservazioni dei sindaci interverrà Linda Lanzillotta, ministro per gli Affari regionali e le autonomie locali, a cui l’assemblea chiederà di considerare le istanze e tener presenti i criteri espressi per la distribuzione dei fondi.«Il primo obiettivo, cioè il raggiungimento del riconoscimento politico delle nostre ragioni, è stato ottenuto», osserva Scalvini, «e oggi lo Stato legifera per provvedere a un parziale risarcimento dei disagi provocati dal disequilibrio fra sistemi fiscali e amministrativi delle regioni autonome e di quelle a statuto ordinario».Ma adesso la lotta si sposta sul piano dell’entità dell’intervento per il risarcimento: «Venticinque milioni di euro per i prossimi quattro anni non possono rimediare a decenni di disagi e garantire futuro ai nostri comuni. Fino a quando tutte le regioni non avranno un sistema simile a quello autonomo, noi continueremo a subire, quindi l’Ass.comi.conf. avrà lunga vita», prevede il battagliero Marco Scalvini, per il quale la prossima mossa sarà per l’incremento delle risorse a disposizione.Venerdì, con inizio lavori alle 14 nel Teatro Vittoria, con il ministro sono attesi anche i parlamentari Sergio Divina (Lega Nord), Mauro Fabris (Udeur), Mariastella Gelmini (Forza Italia) e Camillo Piazza (Verdi), che trasversalmente hanno sostenuto le richieste e presentato emendamenti a favore dei comuni di confine.

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