Invasione di 446 sindaci di confine venerdì e sabato per la quarta assemblea dell’Associazione comuni confinanti (Ass.comi.conf.). Il sodalizio, avviato in Lombardia lo scorso anno da un manipolo di primi cittadini intenzionati a sollevare il disagio dei territori di confine con le regioni e le province autonome, si è allargato dal Piemonte al Veneto, arrivando a 446 comuni confinanti con Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia e con Svizzera e Austria.Dopo le assemblee di Pedavena, in cui l’associazione si costituì, Recoaro e Bagolino (Brescia) e dopo la clamorosa protesta dello scorso dicembre che portò 170 sindaci in piazza Duomo a Milano a consegnare le fasce di primi cittadini per inviarle al presidente della Repubblica, ci sono state delle novità e si è allargata la protesta ai comuni cosiddetti di seconda fascia, perché non direttamente confinanti, ma con gli stessi problemi degli altri. Ecco spiegati i 446 amministratori che saranno presenti a Bosco dove l’assemblea, su invito del presidente Marco Scalvini, sindaco di Bagolino e membro del Comitato regioni dell’Unione europea, sarà chiamata a decretare l’allargamento e la loro adesione all’associazione.La novità è anche un ordine del giorno presentato alla Camera e al Senato e approvato all’unanimità, per la distribuzione delle risorse del «Fondo per le zone di confine», anche ai comuni confinanti con Svizzera e Austria e a tutti i comuni di seconda fascia. «L’Ass.comi.conf. ha dimostrato che l’unione dei sindaci sui problemi veri è una carta vincente che può portare risultati concreti e un nuovo modo di far politica», sottolinea Scalvini.L’assemblea sarà chiamata ad esprimersi anche sul regolamento di attuazione della norma e sulle modalità di distribuzione delle risorse. Ad ascoltare le osservazioni dei sindaci interverrà Linda Lanzillotta, ministro per gli Affari regionali e le autonomie locali, a cui l’assemblea chiederà di considerare le istanze e tener presenti i criteri espressi per la distribuzione dei fondi.«Il primo obiettivo, cioè il raggiungimento del riconoscimento politico delle nostre ragioni, è stato ottenuto», osserva Scalvini, «e oggi lo Stato legifera per provvedere a un parziale risarcimento dei disagi provocati dal disequilibrio fra sistemi fiscali e amministrativi delle regioni autonome e di quelle a statuto ordinario».Ma adesso la lotta si sposta sul piano dell’entità dell’intervento per il risarcimento: «Venticinque milioni di euro per i prossimi quattro anni non possono rimediare a decenni di disagi e garantire futuro ai nostri comuni. Fino a quando tutte le regioni non avranno un sistema simile a quello autonomo, noi continueremo a subire, quindi l’Ass.comi.conf. avrà lunga vita», prevede il battagliero Marco Scalvini, per il quale la prossima mossa sarà per l’incremento delle risorse a disposizione.Venerdì, con inizio lavori alle 14 nel Teatro Vittoria, con il ministro sono attesi anche i parlamentari Sergio Divina (Lega Nord), Mauro Fabris (Udeur), Mariastella Gelmini (Forza Italia) e Camillo Piazza (Verdi), che trasversalmente hanno sostenuto le richieste e presentato emendamenti a favore dei comuni di confine.
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Venerdì e sabato al teatro Vittoria si terrà la quarta assemblea dell’Ass.comi.conf., ospite il ministro agli Affari regionali Linda Lanzillotta