La Comunità montana del Baldo ipotizza un censimento per capire dove, sul Baldo, il vento è più intenso e sarebbe quindi possibile sfruttare la sua forza per far girare pale eoliche per produrre energia elettrica. Un primo progetto in tal senso è stato presentato dal Comune di Brenzone, che vorrebbe innalzare i piloni con le pale sul costone del Baldo, non lontano dal Rifugio Chierego, ma la proposta è contestatissima per l’impatto ambientale.Sul Baldo ci sono già molte zone protette: un incrocio di Sic (Siti d’interesse comunitario) e Zps (zone a protezione speciale), che complessivamenti vengono chiamate Zsc (Zone speciali di conservazione): insomma, aree tutelate, anche su iniziativa dell’Unione europea. Il censimento del Baldo, per capire dove sia possibile installare le centrali eoliche, è stato chiesto all’Agsm, l’ex municipalizzata di Verona che da decenni produce energia elettrica, dal presidente della comunità montana Cipriano Castellani, in nome di tutta la giunta, in una lettera spedita il 20 novembre al presidente Ercole Alfonsino. La lettera, in sette paragrafi, solo all’ultimo esplicita la richiesta. Prima, infatti, il presidente si sofferma sulla recente proposta del Comune di Brenzone, di «realizzare un impianto di energia eolica nelle vicinanze del Rifugio Chierego. L’iniziativa», prosegue Castellani, «può essere condivisa nei concetti primari legati alla ricerca di forme di energia alternativa. Tuttavia, da parte mia e della giunta comunitaria, si ritiene che l’intervento possa generare un impatto paesaggistico elevato, non sostenibile per l’area in questione e non in linea con le finalità di conservazione e promozione che la Comunità persegue». Castellani ricorda che «tale opinione, a livello generale, è condivisa anche dal ministero dell’Ambiente, che ha rideterminato i criteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione relative a Zsc, cioè Sic e Zps (vedi decreto 17 ottobre 2007, [FIRMA]Gazzetta Ufficiale n. 258 del 6 novembre 2007). L’area individuata dal Comune di Brenzone, è Zsc e rientra quindi nel Sic Monte Baldo Ovest».Spiega Castellani: «Lo sviluppo di tecnologie e la promozione di energie pulite sono politiche che la nostra Comunità si prefigge, ma esse non possono essere perseguite a discapito del nostro patrimonio paesaggistico, unica e incredibile ricchezza che la natura ci ha dato». Nulla impedisce però che nell’area baldense sorgano torri eoliche. Anzi. «Lo scopo della mia lettera all’Agsm, l’ente in assoluto più preparato su questi temi nella nostra provincia», dice Castellani, «è chiedere che realizzi per noi un censimento delle aree del Baldo, individuando le più vocate a tali impianti, compatibili con la salvaguardia delle esigenze di tutela delle nostre bellezze storico-paesaggistiche, nel rispetto della legge». Aggiunge il presidente della Comunità del Baldo: «Sarebbe importantissimo realizzare, insieme ai Comuni, un progetto che sfruttasse ed esaltasse la forza del vento, che crea energia pulita. Ma lo si può fare solo se l’impatto visivo è accettabile e accettato dalla popolazione. Inoltre bisogna avere la certezza che il vento ci sia davvero e sia tale da rendere l’opera veramente utile. La Comunità non ha gli strumenti per elaborare tali dati, per questo si è rivolta all’Agsm. Da noi ci sono certamente zone ventose e vocate, come le sponde della Valle dell’Adige verso Rivoli, dove già il Comune ha avviato un progetto di questo tipo», dice Castellani. «Noi auspichiamo che l’Agsm ci aiuti ad individuare siti ventosi e dove le pale non avrebbero un forte impatto ambientale e non disturberebbero i residenti. Questi impianti, infatti, sono molto rumorosi», rammenta Castellani, e chiude spiegando quale sarebbe il ruolo della Comunità: «Organizzare incontri per conoscere l’opinione dei cittadini e per capire se sono disposti a sopportare disagi, sapendo che ne deriva un risparmio energetico e che si ricava energia pulita».
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Il presidente Castellani valuta «non sostenibile» l’impatto ambientale delle torri per l’energia eolica proposte vicino al rifugio