martedì, Febbraio 4, 2025
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Fu grande animatore della vita culturale Benedetti, poesia immortale Un cippo davanti alla casa di via Castello. I suoi versi affissi in città

Si celebra il centenario dello scomparso poeta.

Vita di poeta o poeta della vita. Gilberto Finzi ha così descritto Gino Benedetti (1904-1989) il grande poeta desenzanese, riferendosi sia alla durata sia alla qualità del sentimento poetico prevalente in lui. E il «grande Gino» viene quest’anno degnamente commemorato nel centenario della nascita con un ciclo di manifestazioni. La prima: la posa di una targa sulla casa natale di via Castello. Ieri è stata la volta di quattro cippi-leggii su cui sono riportati degli struggenti versi del poeta gardesano che verranno collocati davanti all’ingresso del cimitero, all’inizio della diga foranea del porto, nel piazzale della stazione ferroviaria e alla Specola del Castello. Ai piedi del maniero, fra l’altro, l’amministrazione comunale gli ha già intitolato un giardino. L’assessore Maria Vittoria Papa, a cui si deve principalmente l’idea di ricordare Benedetti con una serie di iniziative, è riuscita a coagulare la sensibilità di alcuni sponsor: i club lionistici «Desenzano Lago» e «Alta Velocità», quindi il Rotary Club ed il Soroptimist. Da tempo si è formato un gruppo che sta lavorando con l’assessorato alla Cultura agli eventi per la commemorazione di Benedetti a cent’anni dalla sua nascita. Si tratta di Simone Saglia, Gianni Stipi, Mario Arduino, Giancarlo Ganzerla, Agostino Zacchi (il gallerista desenzanese che ospitò le maggiori mostre di Benedetti), quindi Sergio Pasquali, Maurizio Campisi (noto antiquario, il padre è stato un grande giornalista e inviato) e Vincenzo Benedetti (figlio di Gino). Ieri, nella sala dell’Orologio dove è stata illustrata l’iniziativa erano presenti anche Gianni Rosina (presidente del Lions Club Desenzano Host) e Tommaso Podavini, libraio, editore e artefice di tante iniziative culturali negli anni ’70 e ’80. Ma un’assenza triste è forse passata inosservata: quella di Eda, l’adorata figlia del poeta, scomparsa prematuramente alcuni anni fa. Fu proprio Eda a costruire attorno alla figura del padre un movimento che ne riconoscesse la grande vitalità poetica ed artistica. Peccato che non sia qui ora.

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