Salvi per miracolo. E questa volta è veramente il caso di dire che non solo il cane è il miglior amico dell’uomo ma anche viceversa, visto che Luca Simoncelli, 27 anni di Pesina di Caprino, lunedì pomeriggio si è gettato nel Biffis per salvare i suoi due setter inglesi che erano corsi ad abbeverarsi, finendovi malauguratamente dentro. «Un esempio che non si deve però assolutamente seguire perché quel canale è un inferno di vortici e la corrente è fortissima e non perdona», rimprovera duro l’amico Diego Ferrari, compaesano con dieci anni di esperienza in più, che era con lui in quell’occasione e lo ha aiutato. Sul Biffis, e le sue «storiche» insidie, l’Arena aveva riferito ampiamente in un servizio, il 10 febbraio scorso.Ma Simoncelli racconta: «Mi ero fermato con l’auto accanto al Biffis verso Pastrengo per far scendere a bere Falco, che ha un anno, e Bosco, che ne ha cinque», i due compagni di caccia e scorribande avuti in dono. «A un certo punto non li ho più sentiti, sono corso verso il Biffis e li ho visti tutti e due dentro che annaspavano per uscire. Erano già stremati». Certamente senza pensare al pericolo in cui si stava cacciando s’è sfilato la maglietta, ha gettato a terra telefonino e portafogli, e si è tuffato nella corrente. «Non sapevo che il Biffis aveva fatto tante vittime e in quel momento ho avuto solo in testa l’obiettivo di salvare i miei due cani». Quando è stato dentro ha recuperato Falco «in due minuti», assicura e poi, afferrato dall’amico, è riuscito a uscire. Quindi entrambi hanno portato in salvo pure Bosco. «Lui, dopo i nostri ripetuti richiami, si è avvicinato alla riva e, con l’aiuto di Diego, lo abbiamo tirato su». Diego teneva Luca per le caviglie, quest’ultimo pronto a buttarsi di nuovo.Poi la corsa dal veterinario, Simone Finotti di San Zeno di Montagna: «Quei due splendidi setter sono arrivati, fortunatamente, solo con un principio di raffreddamento», fa sapere Finotti, rimasto colpito dalla vicenda. «Avevano le mucose congeste e sarebbero certamente annegati se non fossero stati salvati dal padrone e dal suo amico. Inoltre – aggiunge – nel tentativo di risalire il ripido argine del Biffis, gli animali hanno riportato escoriazioni, in particolare sul ventre. Ma se la caveranno alla grande».Poi aggiunge: «Forse questo caso è un po’ estremo, ma contrasta con quanto fanno tanti altri che prendono i cani come giocattoli e poi li abbandonano». Per i Simoncelli, tutti cacciatori, pare che salvare cani sia una tradizione di famiglia: «Sono stato un po’ incosciente», ammette Luca. «Ma anche mio padre una decina d’anni fa salvò il suo Harry che era finito in un bacino artificiale in Toscana». Diego, l’amico, non demorde: «Io raccomando a tutti di non fare quanto ha fatto Luca. Come ho detto anche a lui, l’ultimo che si è buttato nel Biffis per salvare il cane è morto. Là non ci sono appigli, se non fossimo stati in due la corrente lo avrebbe trascinato via e i vortici lo avrebbero inghiottito. Io sono ancora scosso da quanto è accaduto. Per fortuna siamo tutti salvi»
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Il veterinario: «I setter se la caveranno, grazie al loro padrone». Il padre del quale aveva agito 10 anni fa in modo analogo
Ammette: «Ho rischiato». L’amico che lo ha aiutato: «Esempio da non seguire»
Ammette: «Ho rischiato». L’amico che lo ha aiutato: «Esempio da non seguire»