lunedì, Dicembre 23, 2024
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Un po’ di sollievo per Oglio e Chiese: gli agricoltori potranno limitare i danni. Una «soluzione tampone» fino a metà luglio Resta il nodo del basso Garda

Siccità, via all’apertura delle dighe

E’ iniziato ieri il rilascio d’acqua dalle dighe Enel al lago di Iseo e d’Idro, mentre è crisi nera per il Garda. Il rilascio servirà a tamponare sino a metà luglio l’emergenza siccità per gli agricoltori che attingono acqua dall’Oglio e dal Chiese. Nel frattempo l’assessore regionale all’Agricoltura Vivivana Beccalossi sta vagliando la possibilità di dichiarare lo Stato di Crisi ed è intenzionata ad «ottenere una deroga dei livelli dei laghi» per poter permettere un maggior svaso d’acqua. Da ieri i dieci bacini artificiali di Valle Camonica rilasceranno nel Sebino 12,6milioni di metri cubi sino al 5 luglio (1milione di mc/giorno). Nell’Idro invece, i bacini di malga Boazzo e Bissina opereranno uno sversamento di 25 milioni di mc. Si prospetta invece il «disastro» per il Basso Garda che attinge acqua dal Mincio: «rilasci d’acqua dal bacino Enel di Molveno – spiega il direttore del Consorzio del Mincio Massimo Galli – non servirebbero a nulla, viste le dimensioni del lago. Devono decidere al più presto di scendere sotto il livello minimo consentito (è di 15 cm sopra lo zero idrometrico), arrivando anche a 5 centimetri qualora fosse necessario». Se gli agricoltori del Basso Garda tremano non fanno certo salti di gioia quelli che attingono acqua dall’Oglio e dal Chiese. «Questi rilasci da parte dell’Enel non eviteranno i danni ai raccolti, ma permettono di contenerli – commentano i direttori dei due rispettivi Consorzi irrigui -. Nononstante questi sversamenti stiamo irrigando con il 30-40% dell’acqua necessaria. Di questo passo potremo sopravvivere sino a metà luglio». Dopo la Giunta regionale di ieri mattina la Beccalossi è seriamente intenzionata a difendere le ragioni del mondo agricolo, ricordando come anche la legge italiana (legge Galli 5/1994) imponga, in caso di siccità, che le risorse idriche vadano all’agricoltura prima che all’industria: «gli uffici possono fare a meno dell’aria condizionata i campi non possono rinunciare all’irrigazione – commenta la vicepresidente -. Si tratta di assumere indirizzi politici: ritengo necessario chiedere fin da ora uno svaso dei serbatoi dei bacini idroelettrici, ma anche interventi coordinati con gli enti locali volti a eliminare gli attingimenti provvisori sui fiumi». La crisi idrica bresciana è approdata anche in Parlamento, dove l’onorevole camuno Davide Caparini (Lega Nord) ha presentato un’interrogazione per chiedere lo Stato d’Emergenza e maggior rilascio d’acqua dai bacini Enel. La settimana prossima verrà convocato un tavolo di crisi presso la presidenza della Giunta regionale, per l’ennesimo confronto tra tutti gli utilizzatori. Un primo «Tavolo delle Acque» tra enti gestori dei laghi, dei bacini idroelettrici montani e dei consorzi irrigui, si è tenuto ieri pomeriggio nella sede dell’assessorato regionale dei Servizi di Pubblica Utilità. «Si è valutata la possibilità che l’Enel conceda altri sversamenti dopo metà luglio – spiega Buizza – Per quanto riguarda l’Iseo noi chiederemo che si faccia uno svaso di altri 15 milioni di mc dal 10 al 24 luglio. Quest’anno noi bresciani non potremo permetterci di lasciar defluire nell’Oglio il 10% delle portate per salvare il Po, come era stato fatto nel 2003».

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