venerdì, Dicembre 27, 2024
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Un successo la serata dedicata in biblioteca alla figura dello scrittore. Riscoperta di Giovannino attraverso «vita di famiglia»

Signore e signori, Guareschi

Famoso per aver dato vita alle figure inconfondibili di don Camillo e del suo eterno avversario Peppone, Giovanni Guareschi fu molto di più del loro creatore. Giornalista, umorista, disegnatore di vignette, persino pubblicitario, inventore di slogan e sceneggiatore: Guareschi seppe, nell’arco della sua attività lavorativa, vivere ogni singolo aspetto della sua straordinaria creatività, accompagnata da un carattere sanguigno e da un grande senso della coerenza e dell’onestà, in nome delle quali pagò fino in fondo anche alcuni debiti con la giustizia. La sua figura è ancora oggi sottovalutata e non troppo conosciuta al grande pubblico. Così, per capire meglio chi fosse Giovannino e aver prova del suo umorismo straordinariamente moderno, la biblioteca civica G.Polanschi di Cavaion ha organizzato una serata dal titolo «Giovannino Guareschi, un autore quasi dimenticato (ma più che mai attuale)», nell’ambito dell’iniziativa I mercoledì della biblioteca. Un pubblico piuttosto numeroso ha accolto l’invito e ha partecipato con interesse alla serata, nella quale la figura dello scrittore è stata tracciata in modo informale e spontaneo. Daniela Zanetti, della commissione di gestione della biblioteca, lo ha presentato brevemente nei suoi tratti più salienti e meno conosciuti, poi insieme ad alcuni lettori ha dato voce ad alcuni brani tratti da Vita in famiglia . L’opera, pubblicata pochi mesi prima della morte di Guareschi, avvenuta per infarto a Cervia nel 1968 all’età di 60 anni, è una sorta di diario scritto in prima persona che riporta le vicende di casa Guareschi, in cui vivono, oltre al narratore, l’affidabile e paziente moglie Margherita, l’indomita domestica Giò e i figli della coppia. Attraverso un inconfondibile registro umoristico la vita quotidiana viene scandagliata passo dopo passo, offrendo al lettore spunti di riflessione in modo semplice e immediato, fino a dare uno spaccato assai reale della società italiana all’indomani della seconda guerra mondiale. «I brani che abbiamo scelto per la serata», ha commentato la relatrice Zanetti, «ben testimoniano importanti aspetti della personalità e della scrittura di Guareschi, un uomo semplice che scriveva in modo semplice, ma allo stesso tempo un uomo e un artista capace di comunicare in modo assai moderno attraverso l’ironia e l’umorismo su tematiche ancor oggi attuali». Tra il pubblico in sala era presente anche Alessandro Disertori, ingegnere e scrittore, classe 1918, che conobbe Guareschi nei campi di concentramento nazisti, dove rimasero entrambi prigionieri dal 1943 al 1945. Disertori ha così parlato ai presenti della sua esperienza accanto allo scrittore in quei due anni difficili, concludendo: «Per capire Guareschi bisogna pensare che era un uomo semplice e allo stesso tempo complesso, che aveva le idee molto chiare, tutte inquadrate nella sua testa in modo armonico e che non ebbe mai pretese di intellettualismo, ma fu sempre un uomo di grande umanità. Nella sua umanità risiede tutta la sua grandezza di uomo e di artista».

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