Pacengo. Oltre a sparire la corrispondenza perché chi era incaricato della distribuzione ha preferito buttarla in un fossato a Salionze, a Pacengo è anche sparita da circa un mesa la buca della impostazione. In via Marengo è stato chiuso l’ufficio postale mesi fa e i pacenghesi si devono per forza servire o dell’ufficio postale di Colà o quello di Peschiera del Garda. Ma non possono più nemmeno impostare una lettera, una cartolina. E non solamente i residenti. Anche i turisti non sanno dove poter effettuare l’impostazione delle loro cartoline di saluto.
“E’ un fatto gravissimo che in un paese turistico sia sparita improvvisamente e senza alcun avviso la cassetta della impostazione della corrispondenza – sottolinea amareggiato Denis Russo, il tabaccaio ed edicolante di Pacengo – perché io vendo le cartoline ma i clienti mi chiedono dove imbucare. Per fare loro un servizio le trattengo io e poi le porto a Calmasino passando per andare a casa.”
Voce di paese ripetono che la cassetta postale rossa è sparita qualche settima fa dopo che i nuovi proprietari dell’immobile hanno preso possesso. Probabilmente non la volevano sulla proprietà. E’ così è stata tolta.
“Uno scandalo , si uno scandalo – afferma Giorgio Degani, titolare di una albergo in via Croce Papale – perché io devo raccogliere la posta dei miei clienti e portarla a Lazise o a Peschiera per imbucarla. Non si sa davvero il perché di questa iniziativa. E chi è stato e perché.”
“Ma non è finita qui – rincara la dose Gabriella Pizzini – perché anche la corrispondenza non arriva. La postina è ammalata e nessuno la sostituisce. E così le bollette arrivano in ritardo , e di molto. E noi dobbiamo pagare la mora. E qualcuno ha rischiato anche il blocco della erogazione del metano.”
“Possiamo dire di essere una colonia – precisa Benito Zenato – perché con le poste siamo a livelli proprio coloniali, la banca funziona tre giorni la settimana. Speriamo apra ogni giorno dal mese di maggio , non abbiamo un consigliere comunale per la frazione -continua Zenato – non abbiamo neanche più un parroco dimorante. L’unico servizio che funziona e che funziona bene è la farmacia.”
“Sono stata costretta a far pagare le bollette alla banca – conclude la protesta Gabriella Adamini – perché non mi posso muovere se non a piedi essendo anziana. L’ufficio postale ora è a Colà. E chi ci va? Questo è il grande disservizio che le poste ci hanno regalato. Abbiamo protestato , e molto, prima che chiudessero l’ufficio postale. Non è servito a nulla neanche la presa di posizione del sindaco. Ora – conclude rassegnata Adamini – ci hanno tolto anche la buca della posta per completare.”
Nel frattempo Poste Italiane, attraverso l’Ufficio Comunicazione, afferma che sono in corso contatti con il Comune di Lazise per individuare un altro spazio cui attivare una cassetta di impostazione in zona. La precedente è stata rimossa perché appoggiata ad un immobile di proprietà privata non più in uso a Poste Italiane.
Dal 1 aprile, con le nuove assunzioni, è stato inserito in pianta stabile un portalettere con contratto a tempo determinato che sta assorbendo le giacenze e sta cercando di stabilizzare la situazione.. La zona fa capo al centro di distribuzione di Villafranca dove sono stati assunti 16 portalettere con contratti a tempo determinato.
Sergio Bazerla