Per il ciclo «Incontri con Autore», che ha portato a Padenghe personaggi come Vittorio Sgarbi, Giordano Bruno Guerri e Giampiero Mughini, la biblioteca del Comune della Valtenesi ospiterà Robereto Berveglieri stasera alle 21 nella Sala consiliare di Palazzo Barbieri. Lo storico dell’economia e docente universitario a Roma, alla sua seconda esperienza narrativa, presenterà il suo ultimo libro «Lui il Barbaro Signore di Venezia». L’idea del romanzo, prossimo a diventare soggetto cinematografico, è stata suggerita dal casuale, quanto fortunato ritrovamento di un manoscritto originale del XVI secolo in un archivio privato sul lago di Garda. La pergamena, redatta in parte in latino ed in parte nella lingua veneta del cinquecento, che Berveglieri ha tradotto e leggermente modificato in risposta ad interessi personali e ad esigenze narrative, consiste in una sorta di lunga relazione, arricchita di verbali, lettere e notazioni, raccontata da Barbaro, «esperto diplomatico?servitore della Serenissima», nonché Esecutore straordinario all’Eresia. La vicenda si muove nel quadrilatero che comprende il lago di Garda, Verona, Cremona e la Repubblica di Venezia e ruota attorno a tre personaggi: il narratore, appunto, Barbaro, Stefano «giovane promessa della diplomazia veneziana» che in seguito ad un insuccesso amoroso cade in una profonda crisi esistenziale e Grazia, una bella cortigiana di illustre origine che si è innamorata di lui. Tre personaggi, che diventano protagonisti nel momento stesso in cui intrecciano le loro vite in un rapporto di reciproca attrazione. Berveglieri è stato coraggioso nel prendere in pugno un racconto fatto di persone così lontane dalla nostra realtà contemporanea per situazione sociale, cultura e contesto storico, ma altrettanto astuto modernizzarlo mediante l’esplorazione attenta dei segreti rapporti e degli insospettabili risvolti emotivi dei suoi personaggi, che contribuiscono a rendere il processo di empatia tra loro e il lettore quasi istintivo. «Lui il Barbaro Signore di Venezia» è un romanzo dai sentimenti forti, dell’amore e dell’odio, della prigionia e della salvezza che attraversano, talvolta in modo molto sottile, la drammaturgia di tutto il racconto. Ma anche della speranza e della disillusione, e di tutto quell’insieme di emozioni umane che lo rendono complesso come solo i vissuti umani, quelli veri, sanno esserlo. Soprattutto è un romanzo della libertà, concepita come rottura delle barriere e come desiderio di distacco dagli schemi. Intesa come la capacità di saper essere sé stessi e non aver paura a dimostrarlo.
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Gli intrighi e gli amori nel libro di Berveglieri. Un romanzo tratto da un antico manoscritto veneto