Aeroporto di Brescia-Montichiari, stop ai voli interni. Da domenica 25 marzo scompare dal programma il Montichiari-Roma Fiumicino: la compagnia aerea Air Dolomiti garantirà due voli giornalieri solo fino a sabato. Poi lo stop. La candidata alla sostituzione, la compagnia Gold Wing, sembra fuori gioco. Inutile quindi telefonare al numero verde della compagnia bresciana per prenotare un volo per la capitale a partire da domenica 25 marzo. In sostanza si dovrà fare riferimento all’aeroporto di Verona-Villafranca, e quindi utilizzare la compagnia Meridiana, che assicura diverse rotte verso Roma. Frana quindi, almeno per ora, il programma di consolidamento del flusso passeggeri dall’aeroporto bresciano e se ne vanno come bolle di sapone le tante promesse di sviluppo. Nel 2000 i voli giornalieri su Roma avevano assicurato al «D’Annunzio» un flusso di oltre 40 mila passeggeri, cioè circa il 25% dell’intero movimento, che ha raggiunto quasi 165.000 unità, per la stragrande maggioranza voli su Londra con Ryanair (per il resto qualche sporadico charter). Per farla breve dal 25 marzo il «D’Annunzio» diverrebbe solo uno scalo per i voli della compagnia irlandese Ryanair verso Londra e proprio in quella giornata rischia di aprire il suo ultimo capitolo a Brescia anche la Bottega dei Viaggi, che da gennaio aveva assicurato sei voli charter quindicinali verso le spiagge assolate della Tunisia. Il problema è che dall’8 aprile i voli verso la Tunisia avverranno dopo la mezzanotte e a quell’ora, salvo contrordine della Catullo spa che gestisce il «D’Annunzio», l’aeroporto bresciano è chiuso. Anche per la Tunisia, come per Roma, lo scalo di partenza sarà quindi Verona. Rimarrà ai bresciani la certezza che da domenica prossima le proiezioni del 2001 per il movimento passeggeri subiranno improvvisamente una perdita secca del 30%. Come provvederà la «Catullo» per sopperire a questa mancanza e mantenere la promessa di raggiungere per l’anno in corso la quota di 300 mila passeggeri, giudicato quale obiettivo minimo di sviluppo per il «D’Annunzio»? E’ la domanda che ripetono un po’ tutti, a cominciare dalla Provincia e dalla Camera di Commercio di Brescia, che attendono da tempo un confronto per la costituzione della nuova società di gestione. L’assessore provinciale ai Trasporti, Vigilio Bettinsoli, è seccato: «E’ ora di finirla – afferma con decisione – lancio un appello a tutte le forze industriali e finanziarie bresciane per dare una svolta a questa vicenda. Promesse, parole, rinvii ma dopo due anni siamo ancora fermi al palo». E questo in una provincia che esporta merci per un valore pari all’intero movimento economico di uno Stato come la Grecia. La quarta città industriale italiana ha un aeroporto, giudicato dall’Istituto ricerche della Regione Lombardia tra i migliori d’Europa per possibilità di sviluppo, che è ancora inferiore a quello di città come Rimini, Treviso, Ancona, Brindisi. Usa parole dure anche il sindaco di Montichiari Gianantonio Rosa, la cui Amministrazione era pronta ad acquistare azioni per aderire alla nuova società di gestione. «Il vero nodo è la concessione aeroportuale da Roma – osserva Rosa -. Tutto sarà più difficile finchè non si troverà il sistema di affidare la concessione a una società bresciana, composta da imprenditori che firmerebbero la loro adesione ancora oggi». Impossibile, ieri, avere un commento dalla «Catullo», che ha rinviato a oggi eventuali comunicazioni. Appare quindi difficile che il gotha della finanza bresciana si faccia avanti prima di capire dove andrà a cadere la concessione. Tornerà a Verona o verrà messa all’asta? Tutto dipenderà dalla forza contrattuale delle parti ma, con il Parlamento sciolto, tutto sembra rinviato a dopo le elezioni del 13 maggio. Intanto al «D’Annunzio» la preoccupazione è palpabile: al suo interno lavorano oltre 100 persone, compresi vigili del fuoco, controllori di volo e gestori dei pochi uffici rimasti aperti nella moderna struttura inaugurata come per miracolo il 15 marzo di due anni fa.
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