“Negli ultimi anni si sono riscontrate nelle acque del Lago di Garda spaventose proliferazioni di microalghe che hanno creato molti problemi per la pesca ma anche per i bagnanti. Se si dovessero sversare nel lago anche le acque in uscita dell’impianto di depurazione, molto cariche di fosforo, il fenomeno è destinato a peggiorare con un forte danno all’ecosistema”. I pescatori del Benaco hanno messo le loro preoccupazioni nero su bianco in una lettera a firma del rappresentante di chi ha fatto della pesca una professione, Marco Cavallaro, e di Oliviero Sora della Fai Cisl provinciale, e inviata a Mariastella Gelmini, presidente della Comunità del Garda, e a Gianluca Delbarba presidente della Società Acque Bresciane.
Sul nuovo depuratore – si legge ancora nel testo – vengono da anni prospettate innumerevoli soluzioni, ma nessuna è mai riuscita a raccogliere i consensi necessari: “La stessa soluzione approvata dal Consiglio di Palazzo Broletto lo scorso 30 novembre che stabilisce che ‘gli impianti consortili di depurazione siano localizzati nelle aree territoriali dei comuni afferenti all’impianto stesso’, crea molte perplessità per la tenuta ambientale”.
I pescatori di professione sono profondi conoscitori del Lago e dei cambiamenti avvenuti nell’ecosistema del bacino d’acqua: sono loro a chiedere “che nulla venga sversato nel Lago, così come già si era deciso nella realizzazione del primo depuratore, mandando le acque depurate direttamente nel Mincio. Attualmente ci sono ancora scarichi fognari che finiscono direttamente a lago e probabilmente parte delle fognature che arrivano a Peschiera e che scorrono sott’acqua hanno grossi problemi di degrado”.
L’appello di Cavallaro e Sora è che “venga salvaguardato il più possibile questo bacino lacustre”, luogo e di lavoro e fonte di sostentamento, sia attraverso il turismo che attraverso la pesca di professione, per migliaia di persone e famiglie.
“Concordo pienamente con il vostro accorato appello – ha risposto Mariastella Gelmini – e continueremo con molta determinazione a non consentire che il più grande bacino idrico italiano possa correre alcun rischio che ne pregiudichi la qualità delle sue acque”.
Anche da Gianluca Delbarba è arrivato un pronto riscontro: rispetto alle molte ipotesi che continuamente vengono rilanciate sui mass media e sui social, il presidente della Società Acque Bresciane chiarisce che “ai tavoli tecnici ci si è sempre attenuti ad un punto fermo: non scaricare nel lago”.