Eccezionale performance sabato 29 marzo al Teatro Grande di Brescia. Imperdibile la serata per varie ragioni. Tutto esaurito per l’esibizione della Compagnia del Balletto dell’Opera di Kiev, ma soprattutto per la presenza di un’étoile di caratura internazionale. Svetlana Zakha è, infatti, considerata il massimo nell’arte tersicorea in questo momento.
Spesso partner del nostro Roberto Bolle, étoile alla Scala, Svetlana possiede doti non comuni sia nel porgere sia nell’esprimere (la vedete nella foto a lato, con Roberto Bolle, nel Lago dei cigni, al Teatro alla Scala di Milano). Spesso lodata da Carla Fracci che, come scrive nel suo recente volume “Passo dopo passo”, la volle all’Opera di Roma, quando era Direttrice del Corpo di ballo. E le aspettative non sono andate deluse.
La prima parte della serata ha visto in scena il Corpo di Ballo dell’Opera di Kiev, che si é esibito in “Sheherazade” di Fokine. Precisione e armonia sono le doti peculiari dell’ensemble. Nella seconda parte “Carmen suite”, con la coreografia del cubano Alberto Alonso, balletto creato nel 1967 per la “Divina” Maja Plissetskaia, Zakharova ha sfoderato sensualità e interpretazione da manuale. “Non mi sento una Diva. La fatica a volte è insopportabile, ma non rinuncerei mai alla danza”. Così ha dichiarato l’artista zigana, con la classica rosa fra le chiome, con un costume di pizzo rosso che emanava eleganza e seduzione. Accanto a lei due ballerini del Bolshoi (che, guarda caso, vuol dire “grande”): Denis Rodkin (Don José) e Mikhail Lobukhin (Escamillo). Trionfo, per non dire apoteosi. In conclusione un dittico per superare un momento di guerra fredda. Anche a questo serve la danza!
Lo ha ricordato del resto l’artista: “Russi e ucraini sono da sempre fratelli, tanto che gli uni non possono immaginare la propria esistenza senza gli altri. L’arte non conosce frontiere. Perciò danziamo la pace!”. Una performance più attuale che mai. (Nell’immagine: il palcoscenico del teatro bresciano, Teatrogrande.it)