Dopo la recentissima costituzione, il «Comitato pro-terremotati intercomunale di Garda e Vallesabbia» ha messo in atto la prima iniziativa per ridare fiato alle aspettative e ai problemi con cui le persone colpite dal sisma fanno i conti. Come annunciato, da domenica due grandi striscioni con un messaggio identico («I terremotati del Garda e della Vallesabbia non vogliono essere dimenticati») campeggiano in località Tormini, appesi al ponte dell’ex ferrovia. E sono migliaia ogni giorno le persone che, transitando da questo fondamentale snodo viabilistico, alzano gli occhi per leggerne il contenuto. Si tratta in assoluto della prima azione compiuta dal nuovo organismo, del quale fanno già parte cittadini di Salò e di Campoverde, di Vobarno e di Pompegnino, di Roè Volciano e di alcune frazioni, di Serle e di Gavardo, di Gardone Riviera e della frazione Morgnaga: «Per ora la nostra attività – spiegano i promotori dello stesso, che vede particolarmente attivi i residenti di Pompegnino, la borgata più danneggiata dalla scossa – potrebbe accontentarsi degli striscioni e del volantinaggio. Ma poi, se vedremo che non saremo ascoltati, faremo ricorso ad altre forme di lotta più eclatanti. L’obiettivo sarà in ogni caso quello dell’essere veramente ascoltati. Ed è proprio per questo che vorremmo che il commissario Massimo Buscemi ci incontrasse, e dopo aver sentito tutte le nostre istanze ci dicesse cosa fare spiegandoci veramente a cosa abbiamo diritto». In attesa di eventuali risposte dall’alto, il coordinamento delle vittime del sisma sta cercando di allargarsi, di fare proseliti anche nelle realtà nelle quali ancora non ha fatto breccia. «Siamo in contatto con persone residenti a Sabbio Chiese e nelle frazioni Clibbio e Pavone, oltre che con cittadini di Villanuova. Il nostro obiettivo è quello di essere rappresentativi di tutti i comuni del Garda e della Valsabbia che sono stati maggiormente interessati dall’evento del 24 novembre». Tanti i problemi sul tavolo: «Ci sono piccoli centri che stanno letteralmente morendo, e ci sono tante persone prese dalla paura che ricostruire significhi diventare inquilini della banca che ha concesso il mutuo. C’è lo sconforto che attanaglia i tanti anziani che, ancora oggi sfollati, temono di non poter più avere un futuro; ma c’è anche la rabbia che è un po’ di tutti, anche per via del rischio, presente soprattutto sul lago, di diventare preda degli speculatori».
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Prima uscita pubblica del nuovo Comitato nato per difendere gli interessi dei tanti che finora hanno avuto poche risposte certe. Due striscioni piazzati ai Tormini ricordano i problemi di migliaia di persone