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Sarà resa pubblica il cinque febbraio la corrispondenza tra Gabriele d'Annunzio e Luisa Baccarà conservata al Vittoriale degli Italiani.

Tesori d’amore nelle casse del Vittoriale

Sarà resa pubblica il cinque febbraio la corrispondenza tra Gabriele d’Annunzio e Luisa Baccarà conservata al Vittoriale degli Italiani. GARDONE RIVIERA – Si avvicina un momento particolarmente atteso dagli studiosi di Gabriele d’Annunzio. Sabato 5 febbraio, presso la Fondazione del Vittoriale, saranno infatti rese pubbliche alcune lettere della corrispondenza tra il poeta e la pianista veneziana Luisa Baccarà. D’Annunzio la conobbe nell’estate del 1919. Piero Chiara, uno dei maggiori biografi del Vate, scrive di quell’incontro: -“D’Annunzio, nel suo entusiasmooper la nuova conquista, la vide somigliante alla Psiche di Napoli, a una cariatide, a una figura giorgionesca e infine a una Tiade furente. Cominciò subito con l’inviarle libri, fiori, monili e poi una serie di quelle lettere che erano sempre state il tiro d’artiglieria preparatorio di tuttele sue battaglie amorose”. La Baccarà resterà sempre al fianco del poeta, prima a Fiume e poi a Gardone Riviera. Dopo la morte di D’Annunzio, la fedele compagna fece ritorno a Venezia, dove morì il 21 gennaio del 1985. Gli eredi lasciarono allora alla Fondazione del Vittoriale un misterioso baule contenente, tra l’altro, anche la corrispondenza tra la Baccarà e il poeta, ma una disposizione del testamento della donna stabilì che le lettere si sarebbero potute aprire solo dopo 15 anni.Proprio ieri, dunque, è decaduto il vincolo. La corrispondenza è stata affidata alle cure degli archivisti del Vittoriale. Verrà presentata alla stampa il 5 febbraio, poi sarà a disposizione degli addetti ai lavori. La curiosità, tra i biografi e gli studiosi dannunziani, ovviamente è tanta.La prof.ssa Annamaria Andreoli, presidente della Fondazione gardonese, tempo fa aveva avanzato un’avvincente ipotesi: forse proprio in quelle lettere è contenuta la soluzione del mistero della caduta di Gabriele d’Annunzio del 13 agosto del 1922, da un balcone al primo piano della Prioria. Il poeta, che la definì il “volo dell’Arcangelo”, rimase dodici giorni tra la vita e la morte. Fu un episodio che ebbe conseguenze decisive per il futuro legame tra il poeta e la Baccarà, che cessò di esserne l’amante per divenire semplicemente la governante del Vittoriale. Numerose le congetture avanzate: fu un incidente o un gesto volontario? Oppure la spinta galeotta della sorella della Baccarà, la giovane Jole? D’Annunzio non volle mai confidate ad alcuno quanto era avvenuto. Nessuno per ora può sapere se le lettere in questione potranno gettare nuova luce sulla complessa e poliedrica figura dannunziana. Per il momento si sa soltanto che con le lettere sigillate, il baule della Baccarà conteneva cose di poco conto; alcuni numeri del Corriere della Sera e dell’Illustrazione italiana, un cavallino di vetro, cuscini di seta, qualche scatola.

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