Sabato 26 aprile, poco prima delle 10, è stato rinvenuto il corpo senza vita della base jumper russa Larisa Sverdlenko, di 56 anni, nei boschi del Monte Brento, a una quota di circa 700 metri sul livello del mare. Le ricerche erano iniziate venerdì sera dopo che la donna non era rientrata da un lancio con la tuta alare dalla Cima alle Coste. Il suo corpo è stato localizzato da una squadra del Soccorso Alpino in una zona impervia, a 180 metri più in basso dell’exit Eagles. Secondo le prime ricostruzioni, sembra che Larisa non sia riuscita ad aprire il paracadute durante il volo.
Le operazioni di ricerca sono scattate intorno alle 19:40 di venerdì, quando la donna non ha fatto ritorno all'alloggio e la sua auto è stata trovata nel parcheggio. Il Soccorso Alpino e Speleologico di Riva del Garda ha impiegato tecniche avanzate per cercarla, inclusi droni con termocamere e un elicottero per sorvolare l'area. Nonostante gli sforzi congiunti delle squadre di soccorso e dei Vigili del Fuoco, il tragico ritrovamento è avvenuto solo nella mattinata di sabato. Dopo la dichiarazione del decesso da parte del medico legale, la salma è stata recuperata e trasferita alla camera mortuaria di Dro.
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