lunedì, Dicembre 23, 2024
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La denuncia di Chincarini: «Sui tempi ci siamo fatti fregare anche dai napoletani»

Trasporto su acqua da potenziare. I sindaci uniti per ottenere i fondi

I sindaci del lago di Garda si sono riuniti ieri mattina alla palazzina storica per affrontare tutti insieme per la prima volta, il tema di un nuovo modello di trasporto pubblico sull’acqua. Quello che è emerso è un modello ancora tutto in fase embrionale, con una gestazione che durerà anni, ma quando nascerà, (se nascerà), porterà una vera rivoluzione al sistema della navigazione pubblica. Umberto Chincarini, senatore e sindaco di Peschiera, che ha indetto la conferenza, ha aperto i lavori relazionando sui finanziamenti ministeriali mai arrivati alla Navigarda. «Siamo riusciti a farci scappare 375 miliardi di lire previsti dalla legge 194 del 1998, che prevedeva il piano di risanamento economico per il servizio della Navigarda. Ci siamo fatti fregare sui tempi persino dai napoletani che hanno dirottato il finanziamento sulla transvesuviana. Questo perchè le istituzioni competenti non si sono preoccupate della navigazione del Garda. Ora dobbiamo unire le forze e ripartire dal basso per far capire alle Regioni l’importanza del settore». Il problema parte appunto da qui: dove trovare nuovi finanziamenti, quanto costa e chi partecipa all’operazione? Clamorosa l’assenza di rappresentanti della Regione Veneto, della Provincia di Verona e della Provincia di Trento, tutti d’accordo invece gli amministratori presenti: è necessario separare la gestione della navigazione dei tre laghi Maggiore, Garda e Como. Passaggio che cozza contro la legge 422 del ’97, come ha spiegato il direttore di Navigarda, Marcello Coppola, «legge che ha assegnato la gestione governativa per il trasporto pubblico di linea, da non confondere con le tante aziende di trasporto privato, che numerose operano sul lago». L’azienda unica per i tre laghi, nata nel 1957, gestisce tutto, con una flotta di 24 navi e 128 addetti di ruolo, più una quarantina di lavoratori periodici. «La gestione governativa fu decisa allora», precisa Coppola, «probabilmente per il risanamento del dopoguerra. Un tempo quando non c’erano strade, la gardesana bis fu costruita nel 1930, per andare da Riva a Desenzano, dove c’era un grosso mercato, si usavano le imbarcazioni. Questo per dire che la navigazione unisce tutte e tre le sponde del lago. Il Ministero alle infrastrutture ed ai trasporti e le Regioni hanno comunque investito somme enormi per realizzare dal 1999 al 2000, tre pontili per i traghetti (che trasportano automezzi), a Riva, Malcesine e Limone». L’argomento di fondo comunque è rimasto la gestione sulla quale i rappresentanti della Regione Lombardia, hanno portato interessanti esempi. Pietro Gialdini, dirigente territoriale Lombardia della sede di Mantova e Diego Federici, dirigente delle infrastrutture per la regione Lombardia, hanno spiegato:«Noi abbiamo delegato la gestione diretta della navigazione sul lago d’Iseo agli enti locali e si è costituito un consorzio che gestisce il servizio, con soci tutti i Comuni». Federici ha inoltre detto:«Nel 2006 inaugureremo una imbarcazione elettrica per la navigazione nel parco dell’Adda. Abbiamo anche commissionato uno studio sempre per il 2006, per rendere navigabile il Mincio. Un investimento enorme per arrivare al Po e all’Adriatico. Bisogna ragionare per tratte importanti, ad esempio da Peschiera fino a Mantova, il Garda potrebbe essere così collegato fino al mare. La gestione della navigazione è vantaggiosa e attira investimenti privati. Il problema sono le infrastrutture, ma la potenzialità di domanda è alta, sopratutto dall’estero». Il sindaco di Peschiera ha sottolineato:«Dovremo andare a chiedere finanziamenti all’Europa. Nell’incontro che ho avuto il mese scorso con il gestore governativo, Renato Poletti, abbiamo parlato anche della necessità di investimenti per la ricerca di sistemi alternativi per i mezzi, oggi alimentati a gasolio da autotrazione. Sia le Regioni che lo stesso Ministero all’Ambiente ci hanno fatto sapere che non hanno soldi da impiegare per questa ricerca». L’assessore alle infrastrutture della Provincia di Brescia, Aristide Peli si è unito al progetto dell’unione delle forze dell’intero lago. L’assessore ai trasporti del Comune di Desenzano, Mauro Guerra, ha ripreso il concetto espresso dal sindaco di Bardolino, Pietro Meschi che aveva ricordato:«Si deve prendere coscienza che gli enti locali devono incidere sui servizi. Siamo paesi di frontiera, al confine delle regioni e rimaniamo marginali». Guerra ha aggiunto:«Dobbiamo creare una identità forte della nostra comunità, altrimenti rimarremo sempre serviti da sistemi frammentati». L’assessore alla portualità di Malcesine Carlo Chincarini, ha invece espresso soddisfazione per il servizio all’alto lago e ha puntato l’attenzione sul problema del porto, divenuto troppo piccolo per i tanti servizi anche privati che offre. Antonio Pasotti, assessore al turismo di Garda e presidente del consorzio «Lago di Garda è…», ha accolto le preoccupazioni dei colleghi: «Quanto costerà ai Comuni un’operazione così? Potremo ricorrere a finanziamenti anche privati, creando una società a capitale misto». Tante idee, tutte ancora da trasformare in fatti, che anche i sindaci di Lazise, Renzo Franceschini, di San Felice del Benaco, Gianluigi Marsiletti, di Sirmione, Maurizio Ferrari, del vicesindaco di Brenzone, Pietro Sabaini, degli assessori di Toscolano Maderno, Alessandro Andriatta, di Castelnuovo, Massimo Rota e del presidente del consorzio dei comuni della sponda bresciana del lago di Garda e del lago d’Idro, Bernardo Berardinelli, hanno condiviso. Obiettivo unanime: attivarsi per creare un sistema avanzato che vada a risolvere il traffico stradale ed offra una qualità di servizio all’industria del turismo.

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