venerdì, Novembre 22, 2024
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Dopo il successo della raccolta di firme su due sponde del lago, entra nel vivo il procedimento delle proposte di legge di iniziativa popolare

Tre Parchi regionali per salvare il Garda

La sfida in Veneto e Lombardia: norme per la tutela del paesaggio in 37 Comuni dei Colli morenici del Monte Baldo e della Valpolicella È nata la «Santa Alleanza» dei parchi gardesani nel lombardo-veneto. Sono infatti tre i progetti di legge regionale d’iniziativa popolare per istituire nuove aree protette sulle due sponde del lago.[FIRMA]DUE SONO NEL VENETO (Parchi del Garda-Baldo e della Valpolicella), forti di 6 mila firme già depositate in Regione. Un terzo, gemello di quello veronese, ha ottenuto oltre 7 mila firme per «parchizzare» il basso Garda bresciano (18 Comuni) e una parte di entroterra mantovano (altri 8 paesi).Proposto dal Comitato per il Parco delle Colline moreniche, la cui area comprende tutta la zona centro-meridionale del Garda lombardo, il parco regionale bresciano-mantovano condivide con i «gemelli» veneti un unico obiettivo: difesa del territorio da nuove colate di cemento e salvaguardia dei vigneti, delle colture tradizionali, dell’unicità del paesaggio gardesanoOra dovranno essere i due Consigli regionali, o almeno questa è la speranza (non una certezza) a tramutare in legge l’iniziativa popolare.Non è solo una riscossa delle associazioni ambientaliste gardesane che, mai come oggi, hanno fatto fronte unico per questa battaglia, ma anche una rinnovata presa di coscienza delle popolazioni locali che si sono accorte, forse troppo tardi, che il lago sta infilandosi in un tunnel senza più uscita.IERI MATTINA, a Desenzano, i comitati promotori delle tre proposte di legge si sono riuniti per illustrare alla stampa i risultati della petizione.Come già anticipato da Bresciaoggi due settimane fa, il comitato del Parco Colline Moreniche non solo ha superato la soglia minima delle 5 mila firme ma addirittura anche le 7 mila: per la precisione 7.318 tra Brescia e Mantova.Emilio Crosato, presidente del Parco Colline Moreniche (con lui anche Gabriele Lovisetto e Guido Franz), ha ripercorso le tappe dell’iniziativa popolare con le sue prime delusioni e con «una generica attenzione da parte degli enti istituzionali: Regione, Provincia e Ministero per l’Ambiente». Nella quasi indifferenza di molte istituzioni, si così giunti alla decisione di avviare la maxi raccolta di firme che ha registrato 4.847 schede certificate nella nostra provincia, 2.423 in quella di Mantova e 43 a Milano.Desenzano è stata la più virtuosa con le sue 994 firme, seguita da Lonato con 489 e Castiglione con 445.Un successo oltre ogni previsione, per un Parco voluto dalla gente.Ma i sindaci si «defilano»: pochi di loro tra i firmatariI tre progetti di legge gardesani, per l’istituzione di parchi su iniziativa popolare, potrebbero fare scuola in tutta Italia per il metodo seguito e per il tipo di regolamentazione proposta. In Toscana vogliono già «copiare» l’idea.Lo ha rivelato alla presentazione di ieri mattina, a Desenzano, Gianpaolo Bastia, esperto urbanista, che ha detto di essere stato contattato da Alberto Asor Rosa, critico e scrittore, per saperne di più sui progetti di legge per l’istituzione dei parchi, per «clonare» l’iniziativa nella Maremma toscana.ECCO PERCHÈ stupisce lo scarso appoggio dato a questa iniziativa dalla gran parte dei Comuni e degli enti locali gardesani, non certo in prima linea nella «battaglia». Spigolando tra le pieghe della raccolta di firme del progetto di legge bresciano, suscita sorpresa la scarsità di firme di amministratori gardesani.In Veneto hanno firmato 6 sindaci su 14. E nel Bresciano, come riferito da Guido Franz «ci sono solo le firme dei sindaci di Manerba, Roè Volciano, Montichiari, Muscoline e di un consigliere regionale del Pd, mentre nel Mantovano, al contrario, è stata massiccia l’adesione dei sindaci e di quasi tutta la giunta provinciale. Del resto basti pensare che Bedizzole con 376 schede supera di gran lunga Sirmione (290). C’è da chiedersi come mai gli amministratori dei grandi centri non si siano mostrati sensibili come i loro molti concittadini».Questo sorprende, perché gli obiettivi del progetto di legge, in fondo, sono pressocché identici a quelli riportati nei programmi elettorali delle amministrazioni oggi al governo di Desenzano, Sirmione, Salò: tutelare il paesaggio, tutelare le colture tipiche, eccetera eccetera eccetera. Ma poi, in pratica, sorge il sospetto che molti sindaci non vedano di buon occhio il Parco, il cui «piano regolatore» avrebbe valore prevalente sui piani edilizi dei singoli Comuni, i quali non avrebbero più «mano libera».E ALLORA quale sarà il destino del costituendo Parco delle Colline moreniche del Garda? Sicuramente il progetto di legge sarà ritenuto ammissibile. Ma il voto dei Consigli regionali resta un’incognita. Avrà il sopravvento la sensibilità della classe politica, oppure prevarranno altre considerazioni, tecniche, politiche ed ovviamente economiche?Desta preoccupazione proprio quel defilarsi di parecchi amministratori locali.

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