L’organo del Duomo di Salò è stato restaurato, e il parroco monsignor Francesco Andreis ha predisposto tre concerti, per farne ascoltare i risultati e l’armonia. Domani, venerdì 20 luglio, alle ore 21, toccherà al maestro Giancarlo Parodi, titolare della cattedra al conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, docente all’Istituto Pontificio di musica sacra di Roma. Ha inciso 37 lp e cd, con brani di J.S.Bach e dei compositori del ’700-800-900. Venerdì 27 la coppia Marino Bedetti (oboe) e Andrea Macinanti. Martedì 14 agosto chiuderà Gerardo Chimini. L’organo, realizzato nel 1550-81 dalla famiglia Antegnati e ricomposto il secolo scorso dai Serassi, è stato restaurato dalla ditta Inzoli-Bonizzi di Crema. «Di notevole interesse artistico e storico – leggiamo nella relazione tecnica -, era stato compromesso anche da manomissioni e interventi poco rispettosi, che ne avevano alterato la fisionomia originaria. Asportati, inoltre, i registri, quali i Campanelli e, probabilmente, la Grancassa. «All’atto dello smontaggio, abbiamo rilevato una generale carenza di intonazione e accordatura, nonchè un forte squilibrio tra i vari elementi fonici. Rilevanti, poi, i danni provocati dal tarlo. Le canne in metallo presentavano ammaccature, schiacciature e tagli. Notevolmente degradati i mantici e i canali del vento». Ogni parte è stata rimossa, imballata e trasportata nel laboratorio di Ombriano di Crema. E qui effettuato un lavoro minuzioso. Disossidate tutte le punte in ottone e le altre parti metalliche dei somieri, eliminata e sostituita la pelle rovinata, rettificati i piani di appoggio, cambiate le molle dei ventilabri, effettuato il trattamento con sostanze antitarlo. Le canne: lavate, ritoccate (con l’aggiunta di freni armonici alla Viola), stirate (le ammaccature), rinnovate (le saldature), verificate (le altezze delle bocche e dei fori), pulite, tinteggiate (con materiale di qualità e colore simile a quello originario). Lubrificate le trasmissioni, sostituiti i tiranti, revisionati i comandi dei registri e degli accessori, ricostruite le cartelle rotte della tastiera, consolidato il telaio della pedaliera. Tutti i mantici aperti e puliti. Al termine l’organo è stato rimontato nella cantoria del Duomo, e racchiuso nella cassa lignea dorata, di splendida fattura, munita di portelle risalenti a Giovanni Giacomo Antegnati. La facciata è composta da 51 canne in stagno, collocate entro cinque campate. Costo dell’intervento: 250 milioni, di cui una parte (65) erogati sotto forma di contributi dalla Conferenza Episcopale Italia, e un’altra dall’eredità della signorina Luciana Maffioli. Qualcuno ha chiesto al parroco se fosse opportuno spendere una cifra simile. E Andreis: «La storia di un organo è come quella di una chiesa, una casa, una vita. Famosi i nomi di coloro che hanno messo mano a questo strumento: Megliarini, Fedrigotti, Antegnati, Cargnoni, Facchetti, Bianchetti, Maccarinelli, Pietro Bossi, Chimeri. «Il Duomo ha sempre calamitato l’interesse e il denaro di privati e dell’amministrazione pubblica. Nel 1957 la Soprintendenza dei Beni artistici e culturali ha deciso di porre un vincolo per tutelarlo contro interventi abusivi. Il lavoro fatto a partire dall’87, con l’inizio coraggioso del mio predecessore, monsignor Paolo Zanetti, è stato enorme. Consolidati la struttura e i tetti, sistemata la torre campanaria, restaurati tutti gli affreschi, rinfrescate le opere lignee e tanti quadri. E poi i banchi, le sedie, i confessionali…». Il parroco non sta fermo, e guarda avanti. «Anche l’altare e l’ambone esigevano la nostra attenzione – sottolinea -. La difficoltà maggiore da superare: realizzare un’opera adatta alla maestosità del presbiterio e che, pur presentandosi fissa, possa essere amovibile in alcune circostanze. Stiamo risolvendo il problema. E il 25 marzo 2002, in occasione della Festa dell’Annunciazione, inaugureremo l’altare e l’ambone in bronzo. Nelle varie scelte, i finestroni hanno fatto la parte di Cenerentola. Il restauro comporterà altri duecento milioni di spesa. Speriamo nella comprensione di qualche benefattore».
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Un ciclo di concerti dopo la conclusione dei lavori, costati 250 milioni. Il parroco don Andreis: «Anche l’altare e l’ambone hanno bisogno di urgenti cure»
Tre serate per brindare al restauro dello splendido organo del Duomo
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