Sei mesi per sperare. Cosa? Che gran parte del tracciato della futura linea ferroviaria ad Alta capacità – più nota come Tav – fra Milano e Venezia scorra nel territorio di Desenzano in galleria o, tutt’al più, vicinissima all’autostrada o ai binari dell’attuale Milano-Venezia. E’ quanto ha chiesto, anzi, ha messo per iscritto Fiorenzo Pienazza, sindaco di Desenzano, nella Conferenza dei servizi istruttoria che si è tenuta a Roma lo scorso 19 dicembre. Pienazza non se l’è sentita nemmeno di firmare l’atto di «adesione incondizionata» messo sotto i suoi occhi dai tecnici della società Tav e dell’esecutore – il cosiddetto «general contractor» -, ovvero la Cepav Due (Gruppo Eni) della quale fanno parte l’Aquater, la Ferrocemento Recchi, la Fioroni Ingegneria, la Maltauro, la Saipem, la Snam Progetti e la Todini Costruzioni. E’ questo il gruppo di società al quale è stata affidata dieci anni fa la piena responsabilità della progettazione esecutiva e della realizzazione, tra l’altro, della linea per i treni veloci fra Milano e Verona: un tracciato lungo 112 chilometri, sette dei quali dovrebbero scorrere su ponti e viadotti e diciassette in gallerie naturali e artificiali. Da Roma, dunque, il sindaco della cittadina gardesana è tornato con un mezzo impegno da parte della controparte: entro giugno verrà fornita la risposta definitiva. In questi sei mesi gli esperti valuteranno tutte le proposte depositate da amministrazioni locali, da consorzi, da cooperative, da associazioni di categoria che, a vario titolo, si vedono penalizzati dal futuro tracciato della Tav. Per il sindaco Pienazza «il percorso così come presentato indubbiamente pregiudica seriamente le attività e le colture agricole della zona interessata, oltre a danneggiare l’ambiente circostante». Perciò, meglio «sarebbe che la società prendesse in considerazione la nostra proposta, e cioè di segnare il futuro tracciato vicinissimo a quello già esistente, ovvero all’autostrada A4». In effetti, la linea ferroviaria ad Alta capacità, sulla cui importanza strategica e di sviluppo dell’area gardesana sono in molti a scommettere, sta provocando lo stesso dibattito che si registrò oltre dieci anni fa quando venne illustrato il tracciato della variante alla statale 11 tra Ponte San Marco e Sirmione. Le prese di posizione degli agricoltori e delle stesse amministrazioni locali non sortirono, però, alcun effetto. Da parte sua la Tav – acronimo che significa «Treni alta velocità» – replica sostenendo che «per limitare tagli sul territorio e per minimizzare l’estensione delle nuove infrastrutture il tracciato proposto corre quanto più possibile in affiancamento a infrastruture esistenti o pianificate per un totale di 125 chilometri su un totale di 136». Per esempio, «tra Brescia e Verona – fanno rilevare alla società – la nuova linea ad alta velocità correrà vicino al tracciato della esistente linea e nel tratto tra Desenzano e Verona per circa 18 chilometri». E ancora, il progetto prevede 104 chilometri di trincee e rilevati, 13 chilometri di ponti e viadotti, altri sette di gallerie naturali e dieci di gallerie artificiali. Una volta terminati i lavori, i treni potranno raggiungere una velocità anche di 300 chilometri orari «Da Milano a Brescia si impiegheranno 32 minuti (oggi 45), da Brescia a Verona 22 (oggi 39), da Milano a Verona 43 minuti (oggi 1 ore e 21). L’offerta dei treni salirà dagli attuali 154 (della linea storica Milano-Verona) a 348. La zona risorgimentale di San Martino, quella agricola che si estende tra lo stesso paese della battaglia e Pozzolengo, e ancora il laghetto e il santuario del Frassino (il primo zona di protezione faunistica, il secondo luogo di santità) in comune di Peschiera sono i territori che, più di altri, rischiano di essere penalizzati dalla nuova ferrovia ad alta velocità. Ecco spiegate le preoccupazioni dei Comuni interessati, compreso Desenzano.
!
Il sindaco chiede ai progettisti della ferrovia un nuovo tracciato. L’alternativa? I binari paralleli all’autostrada