lunedì, Dicembre 23, 2024
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La Regata pazza di Brenzone. Ha vinto la sgangherata competizione la zattera in materiale di discarica

Trionfa «L’isola che non c’è»

Resiste nel tempo la «Regata pazza». Puntuale la competizione «velica» più sgangherata del Benaco, nata dieci anni fa cavalcando l’idea del film «L’aereo più pazzo del mondo», è andata in onda nel pomeriggio di Ferragosto. E poco importa se il numero d’imbarcazioni, rigorosamente non nautiche, si è fermato a quota sette non raggiungendo il record di iscrizioni registrate due anni fa quando furono undici gli scafi in esposizione allo yacht club Acquafresca. Sempre meglio comunque dell’ultima edizione quando in riva al lago si presentarono solo quattro natanti. Nonostante gli inevitabili dubbi della vigilia, avanzati da Alessandro Cressotti presidente della polisportiva Fior d’Olivo che organizza la «Regata pazza», la sfida si è quindi regolarmente svolta, sebbene in ritardo rispetto all’orario prefissato. A rimandare la partenza non tanto i problemi di varo della imbarcazioni assemblate in qualche modo utilizzando materiali più disparati (bottiglie di plastica, polistirolo, legno, taniche) ma le condizioni del tempo tutt’altro che rassicuranti. Situazione improvvisamente sbloccatasi con il sole tornato a splendere sul manipolo di… pazzi che per una decina di minuti hanno lasciato da parte i lumi della ragione per lanciarsi allo sbaraglio davanti ad una folla accorsa per assistere allo spettacolo. Alla fine a tagliare per primo il traguardo è stata «L’isola che non c’è», degli armatori Enzo Formaggioni e Franco Campagnari, ispirata alla storia di Peter Pan e «condotta» da ragazzini. Sulla zattera di legno zavorrata da materiale riciclato, recuperato in discarica, hanno trovato posto i fratelli Davide e Alessandro Formaggioni, Ilaria e Daniel Zamboni, Francesca Evangelista e Tulun Tronconi nelle vesti chi di Capitan Uncino, chi del mozzo fino al coccodrillo. Alle loro spalle «Anfibius», ideata da Stefano Rossignoli, e costituita da due fusti d’olio, vuoti naturalmente, come ruote e un paio di cassette di plastica per sedile. In pratica una mezzo anfibio tipo bicicletta. Tutte disperse o dissolte nel Garda le altre imbarcazioni pazze.

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