giovedì, Novembre 21, 2024
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Scavi archeologici portano alla luce un edificio che fu realizzato agli albori della stampa. La folta vegetazione e la terra coprivano un opificio che rivelerà straordinari segreti

Trovata la cartiera sepolta del 1500

Straordinaria scoperta archeologica nella Valle delle Cartiere. Gli studenti del dipartimento di archeologia dell’Università di Padova, da quattro anni impegnati in diverse campagne di scavi in zona coordinate dal prof. Gianpietro Brogiolo, hanno riportato alla luce, in località Maina Superiore, i resti di un antico opificio, edificato probabilmente nel XVI secolo e più volte rimaneggiato (l’ultimo restauro risale al 1858). È un altro, significativo tassello che viene aggiunto al mosaico di ruderi e resti di fucine, ferriere, mulini, torchi da olio e soprattutto cartiere che formano l’eccezionale patrimonio di archeologia industriale conservato nella valle che fu la culla dell’industria cartaria italiana (già dal XIV secolo la profonda forra del Toscolano vide fiorire le iniziative di autentici pionieri della fabbricazione della carta; fu un’attività che proseguì ininterrotta per quasi 600 anni, fino alla metà del Novecento). In due settimane di lavoro gli studenti dell’Università di Padova, guidati sul campo dalla prof.ssa Lisa Cervigni, hanno riportato alla luce un ampio edificio di più vani che ospita gli antichi «folli» di una cartiera. Sono le vasche, scavate a forza di colpi di scalpello in blocchi di roccia viva, dove si «follava», dove cioè gli stracci immersi nell’acqua venivano ridotti, tramite l’azione di magli in legno azionati della forza del torrente, nella poltiglia che, una volta pressata e asciugata, dava origine alla carta. Su una di queste vasche è ancora visibile, scolpita nella roccia, la data 1858, alla quale risale l’ultimo ammodernamento dell’opificio, che comunque ha origini ben più antiche. L’intera struttura, posta proprio a fianco della strada di fondo valle, era ricoperta da diversi metri di terra e da una folta vegetazione. Gli anziani del paese sapevano della sua presenza, ma questo capitolo della storia secolare della Valle delle Cartiere sarebbe probabilmente caduto nel dimenticatoio se il prof. Brogiolo, archeologo gardesano, non avesse deciso di intervenire in quel sito. «Le condizioni di conservazione delle strutture rinvenute – commenta lo stesso Brogiolo – sono ottimali. Ci sono numerose vasche ancora intatte, le canalizzazioni del sistema idraulico, le strutture di filtraggio dell’acqua. In futuro si potrà valorizzare questo sito ricostruendo le parti mancanti in legno per far capire al visitatore come veniva ottenuta la pasta di stracci necessaria per produrre la carta di Toscolano». Soddisfatto il sindaco Paolo Elena: «Quanto portato alla luce in questi giorni impreziosisce il patrimonio culturale della nostra valle». Ieri pomeriggio, con la presentazione dei risultati della nuova indagine archeologica, si è esaurita la campagna condotta in queste settimane dagli studenti dell’Università di Padova, ma resta ancora molto da fare affinché il ritrovato opificio di Maina Superiore possa diventare una nuova attrazione culturale. «Innanzi tutto – aggiunge Elena – provvederemo a recintare la zona. In futuro, poi, andranno progettate opere di conservazione e pensati interventi per promuovere la fruizione pubblica del sito». Nel frattempo in valle si continua a lavorare per la realizzazione di un grande centro museale dedicato al mondo della produzione cartaria. Nel vecchio opificio di Maina Inferiore, a poche centinaia di metri dal luogo del nuovo ritrovamento, sta sorgendo un centro d’eccellenza e di valenza nazionale che sarà realizzato grazie al contributo di 6 milioni e 124mila euro che la Regione Lombardia ha assegnato, lo scorso dicembre, al Comune gardesano nell’ambito dei finanziamenti del cosiddetto Obbiettivo 2 (il 40 per cento è stato concesso a fondo perduto, il restante 60 per cento tramite un Frisl ventennale a tasso zero). «I lavori procedono alacremente – dice il sindaco – e contiamo di portarli a compimento entro il termine previsto, fissato al 12 dicembre 2006».

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