È noto che il lago di Garda e il Monte Baldo, che lo divide dalla Val d’Adige e ne protegge la riva veneta, racchiudono valori naturalistici, paesaggistici, antropologici, storici, culturali tali da classificarli all’apice degli ambienti meritevoli di tutela in Italia.Il Garda è il più grande lago d’Italia, con 50 miliardi di metri cubi d’acqua poco inquinata, la preziosa flora e microfauna della fascia litorale di caratteristiche sub-mediterranee; piccoli e integri centri costieri, vasti oliveti secolari.Il Baldo, a cavallo fra lago e valle dell’Adige, celebrato Hortus Europae per la sua flora e microfauna. Luogo di stupendi panorami aperti su Adamello, Dolomiti del Brenta, Lessinia, altipiano di Asiago, Colli Euganei e fino alla laguna veneta, alla pianura padana e agli Appennini. Garda e Baldo, un compendio unico, di ineguagliabile valore.In questo piccolo mondo in sostanziale equilibrio fino agli Anni ’50, le attività umane, con crescendo esponenziale, generano guasti preoccupanti. Nuove case, villaggi, alberghi, posti barca erodono velocemente il territorio impoverendone le caratteristiche e influendo anche sulla qualità turistica, principale attività economica locale. Il turismo, con le sue auto, finisce per occupare ogni spazio libero nel litorale, con code costose in termini di tempo, denaro e salute. È chiaro che ci troviamo di fronte a un uovo pieno. Le rive orientali del Garda sono ormai sature.A questo punto sembrerebbe necessario escogitare qualche rimedio. Si potrebbe cercare di limitare la costruzione di nuove case. Soprattutto si dovrebbe scoraggiare con misure idonee, già applicate altrove con successo, l’accesso al lago dei mezzi privati, incrementando quelli pubblici.Invece veniamo sorpresi dall’esumazione di una vecchia e già rifiutata proposta per la costruzione di un’ autostrada a pedaggio da Affi a Pai (per ora) che, attraversando il territorio con opere devastanti (ponti, viadotti, scavi a mezza costa, muri di sostegno, gallerie, discariche), vorrebbe facilitare l’accesso al lago. Ma siccome facilitando l’accesso il flusso turistico fatalmente aumenterebbe, questa opera si configurerebbe come modalità per riempire ancora un po’ l’uovo già pieno del Garda, aggravando il problema del traffico. La realizzazione di quest’opera conseguirebbe altri due nefasti risultati: l’aumento dei turisti andrebbe a ridurre la qualità dell’offerta turistica, il contrario di quanto conviene; si determinerebbe un serio attacco all’ambiente naturale e al paesaggio. Ruspe, escavatori, cemento spazzerebbero luoghi significativi per flora e fauna, per i siti dei graffiti sulle rocce del medio Garda. Rumore, inquinamento delle acque stupro del paesaggio, estensione dell’urbanizzazione ne sarebbero il corredo.Il Baldo è in predicato di divenire Parco Naturale Regionale da molti anni. Il suo territorio ricco di biodiversità sia floristiche sia faunistiche è già parzialmente sottoposto a tutela grazie a istituti quali Sic, Zps, riserve integrali regionali, oasi di protezione faunistica della Provincia, purtroppo quest’ultima ridotta a favore della caccia. Il Parco verrebbe a interessare le aree dei pascoli e delle vette e altre a media quota. Su queste, da qualche mese, viene avanzata l’idea di realizzare un campo eolico di 5 torri sulla displuviale fra Adige e Garda a monte del Rifugio Chierego, a 2000 metri.Di un secondo più modesto campo si parla a Rivoli, in Val d’Adige.Siamo favorevoli all’eolico, ma il Baldo non è luogo idoneo ad accogliere torri alte 70 metri che con le infrastrutture necessarie ne umilierebbero il paesaggio e ne falcidierebbero l’avifauna. Ma non è tutto. Si parla anche, ove il progetto dell’ Affi-Pai non venisse accolto, di attraversare la catena del Baldo con un tunnel di 10 Km. da Avio a Malcesine. Al Wwf sembra che queste iniziative rappresentino un insensato, pericoloso assalto a Garda e Baldo e che, per il patrimonio di natura che questi luoghi custodiscono, siano da rifiutare.Ma cosa pensano gente e amministratori di tutto ciò? Per l’autostrada del Garda tutti i comuni sono contrari. Hanno capito che produrrebbe solo danni. Sperano in soluzioni diverse, con attenzione alla qualità dell’attività turistica e all’ affezionata clientela del mondo germanico che ne usufruisce. Per il Parco del Baldo i «sì» degli amministratori sono in bilancia con i «sì, ma..». Qualcuno esita ancora. E mentre questo confuso agitarsi di proposte viene osservato con flemma dalla Regione Veneto, i progetti delle pale eoliche avanzano. E questo sta per accadere mentre tutti, amministratori e cittadini, sanno che il medio e l’alto Garda e il Monte Baldo sono troppo importanti per non essere salvati.
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Il parere del Wwf Verona