Alberta Cazzani, docente alla Facoltà di Architettura civile al Politecnico di Milano, ha compiuto un censimento fondamentale della vegetazione del Garda occidentale.Il lavoro, che sta assumendo sempre maggior valore con il trascorrere del tempo, è stato pubblicato grazie all’impegno della Regione Lombardia, della Comunità montana e del Politecnico con il titolo «Censimento delle architetture vegetali di interesse storico del Parco regionale Alto Garda».La premessa informa che la ricerca è stata finalizzata alla salvaguardia «di parchi, giardini e delle altre architetture vegetali storiche del territorio in esame: non solo una descrizione, ma un’indagine che pone in evidenza i problemi di conservazione e di tutela che ogni sito presenta, e può fornire ai proprietari e amministrazioni pubbliche alcuni suggerimenti per la gestione delle architetture vegetali». Il lavoro, commissionata dalla Comunità montana Parco Alto Garda, riguarda i territori dei nove Comuni da Salò alla Valvestino, un’area di circa 38 mila ettari, di cui poco meno della metà coperti da bosco, in cui vivono circa 27 mila persone. Un territorio vario, che va dai 65 m sul livello del mare della sponda lacustre, ai 1.976 del monte Caplone in cui la fauna e la vegetazione muta dagli aspetti mediterranei, in prossimità del lago, a quelli caratteristici delle zone alpine.La studiosa scrive che «ogni censimento dei beni culturali di un territorio, come quello delle architetture vegetali, non è mai un’operazione definitiva e conclusa».Già oggi un confronto fra la vegetazione dettagliatamente elencata nelle schede con quella esistente sarebbe sconfortante a causa della scomparsa di esemplari non solamente dai giardini privati (riguardo ai quali sembra che il Parco non possa intervenire) ma anche da quelli pubblici. Ed ecco, paese per paese, da Salò a Limone, entroterra compreso, parchi pubblici e giardini privati ognuno con puntualissima scheda sul tipo del sito, dimensioni, proprietà, epoca, accessibilità, grado di tutela. La ricerca è quindi una pietra miliare per risvegliare negli amministratori e negli stessi cittadini la consapevolezza di beni da difendere al fine di conservare un ambiente di altissimo pregio.
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Lo studio del Politecnico di Milano commissionato da Comunità montana Parco e Regione Lombardia. C’è il patrimonio «verde» dei 9 Comuni della zona Ma avanza la distruzione di una ricchezza unica