venerdì, Novembre 15, 2024
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Ecco la riabilitazione della Nostra Casa. A servizio di chi ha patologie vascolari o postumi da trauma

Un centro diurno ed una comunità

È con una messa celebrata da padre Flavio Roberto Carraro, vescovo di Verona, che si è aperta la cerimonia di inaugurazione del nuovo centro sociale-riabilitativo per persone affette da postumi di traumi o di patologie vascolari della Nostra Casa. Associazione nata nel 1981 per opera di un gruppo di volontari, che ha iniziato la propria attività in un appartamento in località Dolci, con l’accoglienza diurna di portatori di handicap, e che nel ’90 si è trasferita nell’attuale sede, nella frazione San Benedetto. Oggi l’associazione gestisce un centro educativo occupazionale diurno (Ceod) che ospita quindici persone con disabilità medio-gravi. Un gruppo di accoglienza che, in orario pomeridiano, segue persone con disabilità motoria. La casa famiglia, situata sempre in località San Benedetto, che accoglie nove persone con disabilità medio-gravi. Ed il centro di ascolto e aiuto per persone in difficoltà e indigenti. Il nuovo centro sociale-riabilitativo partirà invece a settembre con l’attività diurna ed a seguire verrà aperta una comunità alloggio, sempre riservata a persone affette da postumi di traumi o di patologie vascolari. Le spese degli interventi strutturali realizzati quest’anno per questa nuova struttura sono state coperte con due finanziamenti regionali, pari complessivamente a 420 mila euro, con il contributo di 258 mila euro della Fondazione Cariverona e con un prestito di 250 mila euro della Banca popolare etica. «Di fatto», ha sottolineato Don Bruno Pozzetti, ideatore della Nostra Casa, «la parte più importante dei contributi vengono dai nostri benefattori; il nostro primo ringraziamento va a loro, così come alla parrocchia di San Benedetto che ha concesso questi spazi e ai volontari che ogni giorno contribuiscono al cammino di questo progetto». Unanimi le parole di sostengo all’associazione espresse dal sindaco Umberto Chincarini, del direttore dell’Ulss Renato Piccoli e dei rappresentanti delle istituzioni che hanno partecipato a questa operazione. «La fede senza le opere è morta», ha detto padre Carraro, «e questa che inauguriamo è un’opera nata dal cuore e dalla carità di tanta gente; è una pagina del Vangelo scritta sui muri, scritta dalle persone; se ci fossero sempre più convergenze sulle esigenze dell’individuo, la nostra società sarebbe un paradiso. Dietro alle persone di altre etnie e religione che scelgono, ad un certo punto del loro cammino, di farsi cristiani e chiedono il battesimo c’è l’esperienza della carità nei loro confronti. Chiediamo al Signore di ispirarci le cose buone e la volontà per realizzarle, così come è stato fatto qui».

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