Desenzano vuole un Museo dedicato al reparto Alta Velocità, la leggendaria unità dell’Aeronautica Militare che settant’anni fa raccoglieva sul Garda i migliori piloti d’Italia in una sorta di banco di prova per gli aeroplani più potenti e innovativi dell’epoca. Le loro gesta negli anni ’30 riempivano le colonne dei giornali di tutta Europa, Mussolini venne a Desenzano per apprezzarne i progressi, poeti come D’Annunzio e Marinetti ne trassero viva ispirazione. Oggi sarebbe sciocco lasciar finire tutto nel dimenticatoio. Ecco perché la Giunta comunale ha chiesto un incontro al colonnello Gianmarco Bellini, comandante dell’aerobase del 6° Stormo a Ghedi, per esaminare insieme la possibilità di dare vita a un museo. L’ipotesi è di utilizzare come sede una zona del parco dell’idroscalo tra Desenzano e Rivoltella, che ai tempi fu la base del mitico reparto e oggi è un circolo militare chiuso ai civili. Da almeno vent’anni il Comune di Desenzano tenta di mettere le mani sullo splendido parco a lago, ma senza successo. Si è pensato di comprarlo ma costa molto e soprattutto non è in vendita. Questa volta però il discorso è diverso. «Non vogliamo impossessarci dell’idroscalo sottraendolo ai militari – spiega l’assessore alla Cultura, Maria Vittoria Papa -. La nostra proposta è di fare insieme un progetto per dedicare una parte delle strutture al Museo, coniugando la storia dell’Aeronautica Militare come memoria storica della città. Gli aviatori e i desenzanesi hanno in comune il ricordo dell’epopea dell’alta velocità. E allora, se è condivisa la memoria degli avvenimenti, potremmo condividere anche i luoghi in cui quei fatti avvennero». La proposta che il Comune farà al colonnello, in concreto, è di utilizzare la palazzina attualmente disabitata che si trova all’angolo nord ovest del parco, accanto alla discoteca Sesto Senso. «Qui – spiega Papa – potremmo raccogliere libri, immagini e documenti d’epoca, con un percorso didattico che racconti la storia del reparto e le vicende dell’Aeronautica in Italia. Tra i reperti, si potrebbero esporre i cimeli del 6° Stormo, che ora sono custoditi a Villa Brunati dalla sezione di Desenzano dell’Associazione Arma Aeronautica. E ancora, potremmo installare un percorso multimediale con i filmati d’epoca dell’Istituto Luce, simulatori di volo su apparecchi d’epoca, le voci di D’Annuncio e di Marinetti. È una proposta – conclude l’assessore – che speriamo sia gradita». Per il Comune sarebbe un modo per aprire ai cittadini almeno una parte della zona militare, mentre per l’Aeronautica sarebbe un’ottima operazione di immagine. Se son rose fioriranno. L’incontro con il colonnello si dovrebbe tenere a giorni. Un sogno, forse una chimera, sarebbe riuscire a portare in questo museo il leggendario Mc72, il portentoso idrovolante rosso con il quale, il 13 marzo 1934 a Desenzano, il pilota Francesco Agello volò a 709 kmh stabilendo un record mondiale tuttora imbattuto di velocità su idrovolanti. Non tutti lo sanno, ma l’Mc72 esiste ancora: si trova a Vigna di Valle, in provincia di Roma, al Museo Storico dell’Aeronautica. «Per quel museo, l’Mc72 è solo uno dei tanti aerei della loro collezione, ma qui a Desenzano avrebbe un grandissimo valore storico e affettivo. Portarlo da noi sarebbe una grande conquista, ma per ora è un sogno e non è la prima delle preoccupazioni. L’importante è creare un luogo della memoria». Così l’assessore Papa. A ricordare quegli anni oggi c’è un monumento in piazza Matteotti («la statua dell’alta velocità»), ci sono le vie del paese intitolate ai leggendari piloti del reparto (via Agello, viale Motta, via Dal Molin) e, sugli scaffali, di molte case desenzanesi, ci sono i 5 o 6 libri che raccontano l’epopea aviatoria che appassionò l’Italia intera. La memoria c’è, ma è dispersa e sempre più vaga. Il Museo non sarebbe una cattiva idea, anche perché farebbe conoscere il nome di Desenzano a tutti gli appassionati di volo e ai cultori della storia dell’Aeronautica nazionale.
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Il Comune lancia l’idea nell’anniversario del record di Agello. Potrebbe ospitare i cimeli del Reparto alta velocità