Il museo visto come luogo di dialogo, di interscambio dell’esperienza locale dei residenti ma anche di chi arriva in visita e dei ricercatori. Un luogo non asettico e isolato, ma in rete con l’insieme dei musei del territorio per rispondere alle esigenze di qualità sotto ogni aspetto. In quest’ottica si colloca il progetto «Musei in rete», proposto con l’obiettivo di valorizzare e promuovere il ricco patrimonio ambientale che caratterizza l’area del Baldo e della Lessinia, presentato prima a Boscochiesanuova e quindi nella mattinata di lunedì scorso in località Platano nella sede della Comunità montana del Baldo. «Con l’intenzione di esprimere l’unità della montagna veronese», ha detto il presidente Luigi Castelletti, «in ogni sua realtà, compreso il territorio collinare e il Garda. Non solo attraverso le risorse museali in rete ma anche nel valorizzare i borghi, importanti segni del passato, e capire quale possa essere il loro possibile futuro. Arrivare in sintesi a una promozione completa e unitaria della montagna». «Il progetto» gli ha fatto eco Lucio Castelletti, presidente della Comunità Montana della Lessinia, «vuole fornire tutte le nozioni e informazioni e mettere in rete quanto offre il territorio». La rete museale è legata non solo all’esigenza di coordinare l’attività dei musei esistenti, ben 19 nell’ambito territoriale definito del Baldo e della Lessinia, e propone, come ha messo a fuoco Giacomo De Franceschi, direttore del Parco della Lessinia: «Nuovi modi di conoscenza e nuovi modi di intendere il bene culturale, riallacciandosi alla concezione di museo diffuso, dove trovano spazio le complessività e la capillarità del patrimonio culturale in relazione ad una specifica dimensione geografica, riconoscendo pari dignità ai beni e al contesto di cui sono espressione». È stato poi compito di Giuseppe Corazzol di Eda informatica & cultura, consulente del progetto Studio e fattibilità dei Musei in rete del Gruppo di azione locale Baldo Lessinia, quello di indicare gli elementi principali e le opportunità nello sviluppo e mantenere, usando le moderne tecnologie della comunicazione, un portale che oltre a illustrare al pubblico il territorio e le sue risorse, sia motore per la formazione e la crescita professionale, strumento per l’offerta turistica in grado di generare positive ricadute economiche nell’ambito non solo del turismo ma anche delle attività affini. Dello studio di fattibilità teso a valorizzare ambienti geografici dalle matrici comuni e della metodologia da adottare per intervenire in maniera uniforme a livello urbanistico ha parlato l’architetto Giorgio Forte, con indicazioni generali sull’uso dei materiali e dei colori o del pensare al verde «non come fatto pittoresco ma come parte integrante dell’architettura e dell’urbanistica», nel riscoprire determinati ambiti di studi e progetti con in primo piano Braga, Vilmezzano, Pradonego, Pazzon in Comune di Caprino, Preabocco a Rivoli, ma anche Tratto Spino alla stazione di arrivo delle funivie di Malcesine, Campo di Brenzone ed ex polveriera di Rivoli per recuperi e restauri. Vittorio Mascagno, direttore dell’Orto botanico di Novezzina, ha invece tracciato il futuro della malga di Albarè e del suo territorio «punto di produzione di piante officinali e biologiche di montagna, nonché dell’ampliamento dell’area di accoglienza del rifugio di Novezzina».
Diciannove centri per favorire il dialogo tra residenti, visitatori e ricercatori. La montagna in rete per valorizzare il patrimonio ambientale