Fino agli anni Cinquanta era stata, assieme alla Spiaggia degli Olivi e alla Fraglia della Vela (ancora pregna dei fasti dannunziani), la più autentica delle zone balneari di Riva. Poi, l’avvento del turismo di massa – che aveva spostato il baricentro della tintarella sul più comodo ed esteso litorale a sud di viale Rovereto – ne ha fatto via via morire l’appeal. E la passeggiata che va dalla Centrale al Belvedere del Ponale, passando per i romantici oleandri della Casa Rossa, è caduta in disgrazia.In disgrazia dal punto di vista della frequentazione, è ovvio. Perchè quanto a bellezza, quanto a poesia, la stradina e il sentiero che si allungano verso la Gardesana Occidentale continuano ad avere molti punti da dare ai litorali più affollati: lo si vede ad occhio e non occorre certo chiederlo a quei rari fidanzatini che ancora si spingono a baciarsi sotto la luna, con gli occhi cullati dalle onde del Benaco.Che fare per recuperare agli antichi fasti quel lungolago desolato e decadente? Se lo sono chiesti, nelle scorse settimane, i membri della commissione comunale del verde che – dopo aver chiesto ed ottenuto dalla Giunta la sistemazione di altri punti verdi della città: nell’ordine i Giardini Verdi, Largo dei Mille e i Giardini di Porta Orientale – hanno appunto deciso che i futuri sforzi di abbellimento dovranno essere puntati sui percorsi pedonali e sulle piante che sfiorano il Garda sul cosiddetto Lungolago D’Annunzio. Nel gruppetto di lavoro che opera in appoggio all’assessore Munari, le idee non sono certo mancate: da quelle più scontate (come il riordino di aiole, percorsi pedonali, spiaggette), a quelle più sfiziose (creare una specie di isola botanica, sfruttando il fatto che quel litorale riparato è contraddistinto dal miglior clima di tutta Riva). Ma la più originale di tutte le «cure rivitalizzanti» ipotizzate, è sicuramente quella che è venuta in mente al consigliere Paolo Matteotti, che a tutto il resto ha suggerito di abbinare la costruzione (al posto della vecchia casupola diroccata dell’Amsea, dove c’era la pompa per immettere acqua del lago nell’acquedotto) di un elegante trampolino per tuffatori. L’idea è così piaciuta da diventare il cavallo di battaglia della proposta da scodellare alla Giunta.Dopo la chiusura per ragioni di sicurezza dei trampolini della Spiaggia degli Olivi di Riva e della Conca d’Oro di Torbole, agli amanti del tuffo (che sono centinaia: a Riva ci sono intere generazioni che hanno praticato questo sport) sono rimaste solo le scogliere della Madonnina e di porto San Nicolò. Poco: e soprattutto scomodissimo. Un trampolino a due passi dalla Casa Rossa, magari con un punto di ristoro, sarebbe un eccezionale richiamo: non solo per i tuffatori, ma anche per i turisti che avrebbero un motivo più che valido (il semplice curiosare) per spingersi sul lungolago D’Annunzio. I costi? Tutto sommato modesti. C’è solo da sperare che la Giunta si butti a pesce.
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In Comune sboccia l'idea di riportare agli antichi splendori il litorale della Casa Rossa. Sfruttando il fascino dei tuffi.
Un trampolino per rilanciare il lungolago
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