Trenta ricercatori e storici tedeschi, riuniti in una Associazione di Detmold (Westfalia), effettueranno un viaggio sul Garda e nei luoghi dove il fascismo ha lasciato un marchio indelebile. Il programma: domani 12 ottobre partenza, con pernottamento a Bolzano. Domenica e lunedì a Venezia, con visita (tra l’altro) al ghetto degli ebrei. Martedì a Salò. Tema del giorno: la Repubblica sociale italiana di Benito Mussolini. In serata l’incontro con le autorità locali nell’auditorium di Desenzano, dove il gruppo stabilirà la sua base. Mercoledì a Fossoli (Carpi) il sindaco Demos Malavasi li accompagnerà nell’ex campo di concentramento. Giovedì a Marzabotto, per un incontro con uno storico e un testimone della strage. Venerdì a Verona. Sabato 19 ottobre partenza dal lago di Garda per Bolzano, dove è prevista la visita nell’ex campo di concentramento. Domenica il rientro in Germania. A Detmold, lo scorso novembre, si è tenuto un convegno con relatori anche giornalisti e storici italiani, ricordato nel sito Internet www.von-italien-nach-auschwitz.de. Grazie a una coppia che trascorre parecchi mesi in Valtenesi, Karl Heinz e la moglie Ingrid, è stata organizzata una seconda iniziativa: il viaggio della memoria. «Molti, da noi, fanno finta che il passato non esista – dicono i due -. La gente sa molto poco dei crimini compiuti dai nazisti in Polonia e in Italia. Noi vogliamo riportare alla luce le cose avvenute. Perchè l’Europa non è quella delle banche e delle operazioni commerciali, ma delle persone, che devono conoscere i tragici fatti del passato per vivere con grande comprensione e tolleranza». Accompagnatore della comitiva per l’intera settimana sarà Luciano Galante, di Raffa (Puegnago), che ha raccolto un’enorme quantità di materiale illustrativo della Rsi: tessere annonarie, ordinanze, fotografie, manifesti, documenti di vario genere, pubblicando un paio di libri. «L’itinerario gardesano – spiega Galante – partirà da Salò, per l’esattezza dal vicolo del teatro, dove morì Ippolito “Ferro” Boschi, colpito dopo avere tentato di liberare un compagno ferito, piantonato all’ospedale. Proseguiremo con la Casa del fascio, sul lungolago, il municipio (sede della radio del Ministero della cultura popolare) e piazza Vittoria, dove si tenevano le sfilate e le cerimonie. Daremo un’occhiata alla villa della Portesina, l’abitazione di Serafino Mazzolini, sottosegretario agli Esteri (il ministro era lo stesso Benito Mussolini)». E Galante mostra le foto della visita dell’ambasciatore giapponese Sciurukuro Hidaka. La passeggiata continuerà coi giardini del Liceo e dell’ex caserma degli alpini (da lì partì il Quinto reggimento, battaglione Vestone, per la campagna di Russia), dopo l’8 settembre ’43 utilizzata dal Centro automezzi della marina della Rsi. E ancora: l’attuale villa dell’industriale valsabbino Pasini (a quei tempi residenza degli impiegati dei ministeri); villa Amadei, dal nome della signora proprietaria della Tassoni (dove c’era il Min.Cul.Pop, con Ferdinando Mezzasoma e Giorgio Almirante); il palazzo della Croce Rossa Italiana, allora usato per custodire gli archivi; via Cure del Lino, dove il 29 aprile ’45 i nazisti ammazzarono tre persone (Arduino Arduini, Andrea Di Benedetto e Berthe Hoguet); l’hotel-ristorante Laurin, sede del Ministero degli Esteri. A Barbarano e a Gardone Riviera, considerati il vero cuore della «Repubblichina», i ricercatori tedeschi daranno un’occhiata al Rimbalzello e a villa Besana, dove abitava Karl Wolff, comandante delle SS in Italia; il Savoy, chiamato Savoia, trasformato in ospedale militare; il Grand Hotel (stesso utilizzo); villa Wimmer, dove soggiornavano gli interpreti; il Montebaldo, l’abitazione dei medici; villa Acquarone e il Garda Suisse (comando della Polizia militare); villa Ruhland (ambasciata giapponese); villa Alba (centro trasmissioni militari in Italia); villa Fiordaliso (la residenza di Claretta Petacci); il Casinò, dove si tenevano gli spettacoli per i soldati feriti; villa Bassetti (ambasciatore tedesco Rudolph Rahn). Da lontano si dà un’occhiata all’Isola del Garda, in territorio di S. Felice del Benaco: requisita dal prefetto Barbera (il documento porta il timbro della Wehrmacht), fu messa a disposizione di Vito Mussolini, nipote del Duce. Là c’era la segreteria politica. Dopo la Liberazione, nel palazzo dell’isola, ora della famiglia Cavazza, si stabilì lo statunitense Lucian King Truscott jr., comandante della Quinta armata. In serata il gruppo si trasferirà a Desenzano, dove terrà la propria base fino al termine della settimana. Galante ha preparato un voluminoso dossier (di poster, manifesti e quant’altro) da consegnare agli storici che giungeranno dalla Westfalia, per ripercorrere le orme del passato.
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Un gruppo di storici e ricercatori tedeschi in visita sul lago. Da Salò a Marzabotto per conoscere gli orrori del nazifascismo