mercoledì, Aprile 16, 2025
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Opera del poggese Carlo Benfatt

Un volume ricostruisce la battaglia di Monte Casale

Il Nucleo dei paracadutisti, nato in seno all’Anpd’I poggese, non è l’unico aspetto che accomuna Poggio Rusco e Ponti sul Mincio. Infatti proprio ad uno storico poggese, il professor Carlo Benfatti, va il merito di aver realizzato il primo libro esclusivamente dedicato alla battaglia di Monte Casale. Il volume, dal titolo ‘Monte Casale, l’ultimo combattimento. Ponti sul Mincio, 30 aprile 1945’ sarà presentato al pubblico domenica 28 aprile alle 11.30 nella sala consiliare. Un importante momento di storia e cultura locale nell’ambito delle manifestazioni che partono il 25 aprile.Di grande interesse la ricostruzione storica del professor Benfatti, ricercatore presso l’Istituto mantovano di storia contemporanea. Benfatti racconta come il 30 aprile, mentre a Caserta si firmava la resa dell’esercito tedesco, un caposaldo tedesco tentò di giocare l’ultima carta. «Motivo dello scontro è il fatto che i tedeschi cercavano di difendersi dagli attacchi partigiani in attesa di passare il Mincio per raggiungere la val d’Adige, però tenevano provocatoriamente sotto tiro le strade sottostanti causando anche dei morti» spiega Benfatti. La mattina del 30 aprile le vedette partigiane segnalarono la presenza del contingente tedesco armato. Sotto la montagna si concentrarono le squadre partigiane della Scarpina, di Ponti, Peschiera, Castelnuovo, Valeggio, Pozzolengo, Cavalcaselle, tutte appartenenti al Battaglione ‘G. Dusi’ della Brigata ‘Avesani’ comandata da Luigi Signori (Bruto). Anche la Brigata ‘Italia’ inviò alcune pattuglie col comandante Adalberto Baldi. ‘Bruto’ chiese varie volte la resa, ma in risposta ebbe solo raffiche di mitragliatrice. Vista la crisi si consultò con il soldato americano Richard Carlson della 10º divisione da montagna, che si mise subito in contatto con gli ‘Arditi’ della 104º Compagnia, IX reparto d’assalto del Gruppo di Combattimento ‘Legnano’ che stazionava a Peschiera. Una trentina giunse sul posto con armi leggere e mortai, mentre i partigiani avevano spostato un cannone dalla stazione di Monzambano per impiegarlo nell’assalto. Intanto nel corso delle prime scaramucce 15 militari tedeschi scesero e si consegnarono prigionieri. Ma dalla cima, nonostante gli inviti ala resa, si continuava a sparare. A questo punto Arditi e partigiani decisero, nonostante il grande rischio, di avanzare carponi, terrazza dopo terrazza. Dopo un fuoco durato 4 ore Monte Casale fu conquistato. Una decina i caduti, 40-50 i prigionieri. Morirono sul campo gli Arditi serg. magg. Giorgio Orcesi, Mario Galbussera, Erigo Benedetti, Luigi Marcon, Antonio Quaranta; i partigiani Adelino Comparotto e Alberto Montini; il soldato Carlson e l’autriaco Giuseppe o Carlo che si era unito ai partigiani.

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