L’entroterra gardesano riveste sempre maggiore consistenza anche sotto l’aspetto turistico. Per rendersene conto basta osservare il lievitare del numero di coloro che, a piedi, in mountain bike o a cavallo, percorrono sentieri e stradine alla ricerca di qualche nuova scoperta. Una mano la offre, in questo senso, una pubblicazione fresca di stampa. Il titolo: «Guida agli alberi maestosi nei boschi del Parco Alto Garda Bresciano», di Roberto Didi Lanzini, pubblicato dalla Comunità Montana (Edizioni Grafo, 182 pagine, euro 13,00). Il testo è una guida per coloro che, appassionati di escursioni, oltre a sentieri e panorami, apprezzano anche l’incontro con alberi particolarmente significativi del territorio altogardesano, area gargnanese compresa. Scrive l’autore: «Se vi piacciono gli alberi maestosi, quando, grazie a questa guida ne troverete qualcuno, godetevi la vista, pensate agli anni che si nascondono nel suo tronco, alle storie che si sono svolte sotto le sue fronde». E ancora: «Questa è una guida che dovrebbe permettere a tutte le persone che vanno per i sentieri del Parco di sapere che vicino a dove stanno passando, nascosto nel bosco esiste un albero maestoso e che di certo vale la pena di cercarlo, non fosse altro che per la soddisfazione che si ha poi nel trovarlo». Le curiosità e i motivi di interesse più profonde non mancano e nella guida si trova un lungo elenco (con la cartina per potere individuare la collocazione degli alberi) di una lunga serie di abete rosso, acero, carpino bianco e carpino nero, castagno, cedro, ciliegio, faggio (i più numerosi), frassino, ippocastano, noce, pero, pino nero, pino silvestre, rovere, sorbo, tasso. Sono molte anche le località del Parco dell’alto Garda che l’autore ha ispezionato, alla ricerca di alberi maestosi, distribuite un poco su tutto il territorio. Per quanto riguarda Gargnano, figurano preamur, bocchetta di Lovere, denervo, bresse, pler, marmer, piazze, pennì. Un primo sguardo (trattandosi di alberi maestosi) va alle dimensioni che, in alcuni casi, sono ragguardevoli. Così si impara che a Lorina di Tremosine c’è un abete rosso di oltre 5 metri di circonferenza (a un metro e trenta da terra), alto 21 metri. Un acero di 17 metri di altezza, con una circonferenza di 4 metri e mezzo, è visibile a Spiazzi di Tremosine. Si prosegue. A Navazzini (Toscolano Maderno) si può ammirare un castagno straordinario: 13 metri di altezza, 7 di circonferenza. L’esemplare più maestoso di faggio si trova a nord-ovest del Denervo, in territorio di Gargnano: è alto 23 metri, con una chioma di 18 metri e una circonferenza di oltre 9. Altri esempi: il frassino dello spino (Toscolano Maderno), alto 18 metri, un’ampiezza di 14 e un tronco di quasi 5. Citato anche l’ippocastano di San Bartolomeo di Salò: ai 4 metri di circonferenza fanno riscontro i 18 di altezza e i 14 di ampiezza. Per altezza svetta anche il pino nero di Degà (Tremosine) con i suoi 23 metri. «I boschi gardesani hanno rivestito a lungo un ruolo di primo piano per le attività economiche e lavorative di questa zona – dice Bruno Faustini, presidente della Comunità Montana Parco- fornendo legna da ardere per le abitazioni, materia prima per la produzione del carbone e materiale da lavoro per le segherie. Con la riduzione delle tradizionalipratiche agricole e con lo spopolamento della montagna, i boschi oggi hanno a disposizione nuove aree per espandersi». Scrive l’autore: «Rispettate il bosco, sedetevi accanto agli alberi e ascoltate tutte le storie che questi alberi vi possono raccontare».
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Una pubblicazione illustra i boschi del Parco Alto Garda