Anche la ricca Desenzano deve fare i conti con problemi di povertà ed emarginazione; soprattutto per la presenza di non pochi immigrati. La «Montecarlo del Garda», con il suo reddito pro capite di circa 13 mila euro, con oltre 17 mila occupati su una popolazione di 25 mila residenti e una ventina di sportelli bancari, vive in parallelo a un disagio sociale non indifferente. Che inizia a creare un solco profondo nel tessuto sociale, con tutte le contraddizioni dei grandi centri metropolitani. Ci sono risposte al problema? Il Comune, su proposta dell’assessore Valentino Marostica, ha approvato una convenzione con il «Centro aiuto per la vita» per la gestione del Centro di accoglienza per immigrati in difficoltà. Ma al di là dell’aspetto burocratico (l’approvazione del provvedimento), vanno sottolineati gli interventi sia del Comune sia della Regione per potenziare la struttura d’accoglienza con un investimento di oltre 105.875 euro (circa 205 milioni di lire). Il Centro, che si trova in via Castello, era stato inizialmente sistemato dal Gruppo alpini e disponeva di 4 posti letto, oltre che dei servizi. Poi, cresciuti via via i bisogni da parte dei sempre più numerosi utenti, il Comune ha deciso di ampliare l’appartamento. «La ristrutturazione – precisa Valentino Marostica – ha redistribuito i locali e rifatto il tetto. Poi, al piano terra è stato ricavata una cucina con un angolo cottura. Nei piani superiori sono state realizzate quattro stanze con 8 posti letto e 4 servizi con doccia». E la convenzione? E’ stata stipulata, dicevamo, con il Centro aiuto per la vita, che da 20 anni opera egregiamente fornendo assistenza alle persone indigenti o in situazioni particolari di disagio, come le ragazze madri o le famiglie costrette in ristrettezze economiche. La struttura di via Castello, secondo gli obiettivi di Marostica, deve diventare un «supporto per migliorare la situazione dei singoli casi e per aiutare l’integrazione delle persone avvicinate, favorendone anche l’accesso al lavoro». L’accordo prevede che il centro di accoglienza temporanea venga gestito con l’impiego di volontari: non sarà garantita la presenza notturna di operatori ma saranno effettuati controlli secondo le necessità. La «casa» sarà aperta tutto l’anno 24 ore su 24, e la permanenza degli ospiti non potrà essere superiore ai 6 mesi, salvo particolari casi. Infine, ci sarà una commissione che verificherà il pieno rispetto delle procedure. Anche a Desenzano, si diceva, c’è una realtà di povertà che finora ha stentato a emergere. Sembra che nessuno ne voglia parlare. Eppure, una quindicina di persone, tutti i giorni, consumano un pasto caldo a mezzogiorno nell’Istituto dei Rogazionisti grazie a una convenzione con il Comune. Sono censiti non meno di quattro o cinque clochard, conosciuti perchè frequentano gli stessi posti, mentre l’esercito degli indigenti conta almeno 200 persone: un dato sicuramente in difetto. A queste persone il Comune paga le bollette per la fornitura dei servizi indispensabili: acqua, luce e gas. Poi ci sono la Caritas, la San Vincenzo e altre associazioni parocchiali che aiutano, nel silenzio e nella discrezione, tante altre famiglie.
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Il Comune e la Regione a fianco del «Centr o aiuto per la vita». Il Centro di accoglienza raddoppia la capacità
Una risposta ai nuovi poveri
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