domenica, Febbraio 23, 2025
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Il maniero che è stato fatto edificare da Antonio della Scala nel 1383 venne acquistato dal Comune dopo quasi sei secoli. L’avvocato Gino Bonetti fu il primo cittadino del paese per ben 25 anni

Una targa per il sindaco del castello

Una targa ricordo per l’avvocato Gino Bonetti, il sindaco di Torri che acquistò il castello scaligero, ora simbolo del paese. Sarà posata e inaugurata ufficialmente domani alle 16.30, nella sala delle adunanze del castello, la targa-ricordo che il gruppo «Gli amici di Gino Bonetti» ha preparato in occasione del ventesimo anniversario della morte del primo cittadino che, per ben 25 anni, resse le sorti del piccolo centro lacustre. Una decina i membri del gruppo che ha deciso di tributare questo «ricordo perenne» al «sindaco-giurista», come lo hanno definito in un libretto, prodotto proprio in questi giorni da due dei suoi più grandi amici ed estimatori: Nereo Maffezzoli ed il professor Giuseppe Pimazzoni, ex sindaco di Garda. E, proprio dal professor Pimazzoni, già preside del liceo Maffei a Verona, parte l’idea di scrivere un libretto per ricordare l’avvocato Bonetti. Eletti entrambi primi cittadini nel 1951, Pimazzoni a Garda e Bonetti a Torri, i due sindaci divennero amici, tanto da rendersi poi promotori della «cordiale intesa», tra tutti i sindaci dei comuni rivieraschi del Garda scaligero. «Era un periodo quello», ha illustrato l’ora ottantottenne Giuseppe Pimazzoni nel libretto «in cui tutti i paesi rivieraschi veronesi, ad eccezione di Peschiera e di Malcesine, dove venne eletto sindaco il generale in pensione fascista Alberto Pariani, erano retti da sindaci della Democrazia Cristiana. Di qui, l’idea della “cordiale intesa”, una sorta di accordo tra sindaci per individuare e risolvere unitariamente i problemi dei paesi, assai urgenti e gravosi nell’immediato dopo guerra. La “cordiale intesa” permise l’ammodernamento dei comuni, indispensabile per superare l’arretratezza e la miseria che la sponda veronese aveva, anche nei confronti delle già più progredite parti bresciana e trentina». Tra le molte opere pubbliche di cui, nei 25 anni in cui Gino Bonetti guidò il Comune di Torri, le cronache parlano, anche numerosi interventi urbanistici, fondamentali per il capoluogo e le frazioni di Pai ed Albisano. Dalla costruzione dell’asilo, agli acquedotti, alle strade per Pai di Sopra, Ca’ Tronconi, Ca’ Barcelle, la Casetta, l’acquisto dell’area del campo sportivo e molto altro ancora. Il tutto in un’epoca in cui, a differenza di oggi, gli spostamenti, il denaro e la cultura scarseggiavano. Ma il «regalo» più «grosso», anche nel vero senso del termine, che il sindaco scomparso per un tumore nel 1981 fece a Torri fu l’acquisto del castello scaligero, il 19 dicembre 1973. Il maniero, fatto edificare da Antonio della Scala nel 1383, era passato di mano in mano a privati, finché il comune, per volontà di Bonetti, riuscì a renderlo proprio, acquistandolo dalla proprietaria Giuseppina Arduini in Cristofori. «Con la cerimonia di domani», afferma l’attuale sindaco di Torri Alberto Vedovelli «vogliamo rendere un omaggio doveroso a una persona che ha dato davvero moltissimo a questa comunità. Anche se purtroppo non l’ho conosciuto personalmente, restano a noi oggi molte delle opere che hanno dato benessere e possibilità di sviluppo sociale ed economico, attraverso il turismo, a Torri». Infine, un ultimo «regalo» per la comunità torresana, consegnato proprio in questi giorni dalla moglie di Gino Bonetti, signora Ellis Vinci, al primo cittadino Vedovelli; quarantanove libri di giurisprudenza, degli anni ’50, ’60 e ’70, su cui l’avvocato aveva studiato, da porre nella Biblioteca comunale.

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