Da molto tempo ormai i comuni, per il tramite dei loro Sindaci, e le società consortili di gestione stanno dialogando su progetti per la riqualificazione del collettore fognario gardesano e la depurazione delle acque reflue.
Gli importi e gli studi ci sono già. Consorzio Garda Uno e AGS (Azienda gardesana servizi), hanno già messo a punto un progetto che prevede, tra l’altro, di far convogliare i reflui di parte lombarda nel depuratore di Visano, consentendo così la dismissione di tutte le canalizzazioni sublacuali che attualmente trasportano le acque nere sulla sponda veneta del lago per il successivo trattamento di depurazione a Peschiera. Un progetto che garantirebbe un miglior trattamento depurativo e la tutela della qualità delle acque del bacino.
Ora serve tradurre in azioni concrete la necessità condivisa di ricercare e reperire i soldi necessari alla realizzazione delle opere progettate, che risultano ormai non più differibili.
Il Garda ha raggiunto una qualità eccellente dell’acqua con la realizzazione dell’opera di collettamento e depurazione, allora considerata di assoluta avanguardia, ma che risale ormai a 40 anni fa. Serve migliorare l’efficienza del sistema di collettamento e trattamento delle acque reflue per mantenere integro il nostro lago. Il Garda è la più grande riserva di acqua dolce italiana: le 450 mila persone residenti sul lago e gli oltre 20 milioni di turisti, tra ospiti e pendolari, che ogni estate si riversano sulle rive del bacino rappresentano ormai un grosso elemento di “stress” per il nostro lago, che i gardesani e il nostro Paese hanno il dovere di tutelare e proteggere per garantire un futuro di qualità.
Dalla Comunità del Garda, per il tramite del suo Presidente Giorgio Passionelli, arriva forte il segnale di preoccupazione e di urgenza rispetto a questo importante tema, forse il più importante, dacché da esso dipende anche il futuro di una grande economia.
Con l’obiettivo preciso di ottenere l’urgente attenzione del Governo sulla questione, ho scritto – riferisce il Presidente Passionelli al Presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi. Ecco alcuni stralci della comunicazione, in cui si legge:
“Illustre Presidente, desidero sottoporre alla Sua attenzione un problema vitale e di estremo interesse non solo nazionale ma anche europeo, la cui soluzione è urgente e indifferibile. Mi riferisco alle acque del lago di Garda (370 Kmq di superficie, circa 50 Km cubi di volume) che rappresentano il 40% della risorsa idrica potabile disponibile della Nazione”.
“La qualità delle acque è buona, come dimostrato dal recente studio europeo Eulakes, finanziato dal Central Europe – Interreg IV, di cui la Comunità del Garda ha svolto il ruolo di capofila/lead partner”.
“L’acqua del Garda, proprio per la sua qualità e quantità, assume una rilevanza strategica di importanza nazionale ed europea. Ormai però i segnali di vecchiaia del sistema di tutela ecologica e soprattutto la condotta sublacuale, sono già fortemente percepibili e si rivela urgente un intervento che elimini il rischio, gravissimo, di non tenuta della stessa condotta. Non oso pensare cosa accadrebbe all’ecosistema gardesano e alla sua economia, nonché all’immagine dell’intero paese nel mondo, se la condotta sublacuale principale, che giornalmente trasporta i reflui lombardi nel depuratore di Peschiera, avesse problemi e versasse nel lago i liquami, rompendosi in qualche punto particolarmente delicato e pericoloso. Si tratterebbe di una catastrofe, tenuto anche conto del lentissimo ricambio (circa 26 anni) delle acque del lago.
“Ritengo che l’importanza della risorsa idrica gardesana, dal punto di vista ambientale, economico e turistico, nonché come riserva potabile, giustifichi e legittimi la priorità di questo intervento”.
“Si rivela necessaria la realizzazione di un nuovo depuratore in area lombarda, il potenziamento di quello tuttora funzionante di Peschiera, la costruzione di un nuovo e più moderno sistema di collettazione e, soprattutto, la dismissione delle condotte sublacuali. Al riguardo esistono dettagliati progetti predisposti da Garda Uno Spa e AGS (Azienda Gardesana Servizi) che stimano in circa 220 milioni di Euro l’impegno economico necessario, da ammortizzare in 6 anni”.
E infine: “… chiedo un intervento urgente del Governo, nei modi e nelle forme ritenute più congrue e opportune, come, ad esempio, il ricorso ai fondi CIPE o ad una legge speciale per il Garda”.