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Uto Ughi ai giovani: per la musica si deve soffrire

Due ore è durato (dalle 17 alle 19) l’incontro tra il maestro Uto Ughi, a colloquio con il giornalista Armando Torno, giornalista, scrittore, musicologo, editorialista del Corriere della Sera e conduttore radiofonico, e i giovani musicisti del Conservatorio Bonporti, nella serata di venerdì 5 settembre a Riva del Garda, presenti in sala anche molti «grandi», specialmente musicisti e appassionati di musica classica. L‘incontro si è aperto – dopo i saluti di rito, per l’amministrazione comunale a cura del vicesindaco Alberto Bertolini (trattenuto da altri impegni, è arrivato poco dopo l’inizio anche il sindaco Adalberto Mosaner) – con la proiezione del filmato «Uto Ughi. Una vita in musica», realizzato dall’associazione culturale «Arturo Toscanini» di Savigliano; e si è chiuso con l’«impegnativa» esibizione di due studenti di violino del Conservatorio, Vittorio Passerini e Francesca Piazza, che hanno avuto l’onore di un’audizione ai massimi livelli. Con i complimenti (e qualche suggerimento) del maestro.

Per un musicista, e specialmente un violinista, un appuntamento d’eccezione: un incontro «aperto», colloquiale, con uno dei massimi violinisti del mondo. Un appuntamento che fa parte del festival «Note dal Garda» e che affianca i tre concerti di Uto Ughi a Gargnano (mercoledì 3 settembre), a Limone sul Garda (il giorno seguente) e a Riva del Garda (sabato 6 settembre).Dopo la proiezione del filmato, che in circa mezz’ora ha ripercorso le tappe fondamentali della straordinaria carriera di Uto Ughi, il colloquio tra Armando Torno e il maestro, che si è soffermato molto sul suo grido d’allarme per le profonde carenze della scuola italiana in tema di diffusione della conoscenza della musica: «In Italia non si investe in musica – ha detto il maestro – e addirittura si fanno leggi contrarie alla musica. E si chiudono impunemente, senza che nessuno dica nulla, quattro orchestre della RAI, che costituivano la spina dorsale della musica in Italia».

Sulla speranze da dare (o non dare) ad un giovane appassionato di musica intenzionato a fare il musicista, Uto Ughi ha ricordato che l’origine etimologica del termine passione rimanda al patimento, alla sofferenza; e che non esistono, in questo caso, le scorciatoie che certi modelli culturali deteriori propongono oggi; «Oggi un giovane che studia musica è un essere votato al sacrificio – ha detto Uto Ughi – soprattutto perché gli sbocchi lavorativi sono sempre meno. Questa è una colpa della società: un’orchestra giovanile ci dovrebbe essere in tutte le città, invece mancano le strutture e quindi le possibilità per i giovani. E intanto le sale da concerto, in Italia specialmente ma anche nel resto d’Europa, sono frequentate da persone anziane, anche perché i biglietti costano troppo cari, e non è stato fatto ciò che era necessario per diffondere la sensibilità e l’amore per la musica». A questo proposito Uto Ughi ha spronato i giovani a ribellarsi, a farsi sentire, a protestare.

La serata si è chiusa con l’esibizione di Vittorio Passerini, 17 anni, e Francesca Piazza, 22, studenti di violino al Conservatorio di Riva del Garda, entrambi di Brentonico, che hanno eseguito – accompagnati al pianoforte da Corrado Ruzza, docente e coordinatore della sezione staccata di Riva del Garda del Conservatorio Bonporti di Trento – rispettivamente il primo tempo del concerto per violino e orchestra op. 64 di Mendelssohn, e la sonata numero 8 di Beethoven. Un’esibizione che il maestro ha molto apprezzato, in particolare per la precisione dell’esecuzione, complimentandosi con entrambi.

 

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