La salute della “Grande Fabbrica”, simbolo delle vestigia sul Garda della Serenissima Repubblica, sta a cuore anche a Venezia. La giunta regionale ha assegnato, su proposta dell’assessore alla difesa del suolo e lavori pubblici Massimo Giorgetti, un contributo di 220 milioni come intervento urgente per il consolidamento della Dogana Veneta. Si tratta di un provvedimento previsto per gli interventi in materia di restauro e manutenzione straordinaria degli immobili non statali che interessano il patrimonio storico-artistico. Il contributo concorre, assieme a quello di un miliardo già destinato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Verona, a restituire all’uso dei cittadini un bene storico che da oltre sette secoli occupa un ruolo molto importante per la popolazione lacisiense. Soddisfatto il sindaco Luca Sebastiano, che vede sempre più vicino il momento in cui potrà dare avvio al complesso di lavori «di un progetto che l’amministrazione comunale da sola, con le proprie forze produttive, non sarebbe mai riuscita a concretizzare». E un primo passo, per arrivare velocemente all’assegnazione dei lavori riguardanti un primo stralcio degli interventi di consolidamento, è stato fatto di recente dalla giunta comunale che ha approvato la bozza di disciplinare e confermato all’ingegner Edoardo Ottoboni di Villafranca, all’architetto Giorgio Ugolini dello studio “Architetti & Associati” di Verona e all’ingegnere Giuseppe Tosti di Perugia l’incarico per la progettazione preliminare, definitiva e conclusiva, la direzione lavori, la contabilità e le mansioni in materia di sicurezza per i lavori di recupero statico e funzionale della Dogana Veneta. Entro la fine del mese, appena completato il progetto definitivo, verrà effettuato il bando di appalto per l’assegnazione di opere per un importo di un miliardo e 850 milioni. I lavori partiranno già in estate con interventi alle fondazioni dello stabile. Il progetto edilizio di recupero vede in primo piano l’intervento che interessa in particolare la porzione fronte lago della Dogana, soggetta a un vistoso dissesto statico, e la bonifica del tetto con controllo delle condizioni delle parti lignee che risultano uno «stupendo gioco di travi, architravi e capriate». Secondo quanto previsto dal restauro, l’edificio cambierà faccia una volta rimossa la grande vetrata fronte lago; la chiusura delle arcate del grande porticato grazie a un nuovo profilato metallico e a vetrate, inoltre, permetterà di recuperare uno spazio consistente, utile per adibire l’antica Dogana a contenitore per manifestazioni e a fini turistici.
!
Stanziati 220 milioni per i lavori urgenti. Entro la fine del mese il bando per l’affidamento del restauro e in estate l’apertura del cantiere
Venezia in aiuto della Dogana.
Articoli Correlati